Ho incontrato parecchie persone infastidite dalla presa di posizione di Renzi avvenuta fuori dalle sede di partito. Personalmente credo che sia stato un bene chiarire la posizione prima della direzione nazionale del PD. Questo incontro potrà e dovrà, a questo punto, concentrarsi sui prossimi passi del partito.
La domanda da cui partire è sempre: quali le ragioni della gravissima sconfitta del 4 Marzo?
Nell'intervista Renzi ha molto enfatizzato il fatto che M5Se Lega hanno raccontato favole in campagna elettorale. Vero!
Ma è solo questo? Non è per caso mancata da parte del PD una visione del futuro dell'Italia che coinvolgesse e convincesse soprattutto i gruppi sociali più in difficoltà?
Inoltre non è stato commesso quello che Giulio Santagata ha definito “l'errore dell'autosufficienza”?
Da dove ripartire?
In un breve articolo su Repubblica del 28 Aprile l'economista Emanuele Felice cita due fatti : L'Italia è il paese dell'eurozona con i più bassi livelli di istruzione e quello con la disuguaglianza più alta, tolti Grecia e Portogallo.
Ne consegue che “i livelli di istruzione e gli squilibri tra generazioni e tra Nord e Sud devono essere i punti cardinali di una politica riformista”.
Io ripartirei da qui.
E ripartirei cercando il dialogo con le altre forze politiche e le parti sociali del centrosinistra. Consapevoli che, per riaprire davvero questo dialogo, il PD dovrà essere disponibile a rivedere alcune delle proprie posizioni e realizzazioni di governo.
Come possiamo pensare di recuperare consenso se non dimostrando, con atti di discontinuità, che stiamo cercando vie nuove? E che le stiamo cercando non da soli?
È ancora Matteo Renzi la persona più adatta a condurre questa evoluzione?
La vicenda del rapporto M5S-PD indica che è urgente chiarirsi le idee e definire un gruppo dirigente pienamente legittimato ad operare.
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