L’ordine del giorno dell’Assemblea Nazionale del 14 dicembre è arrivato con notevole ritardo rispetto alla data della convocazione e ciò non ci ha consentito un confronto adeguato tra Circoli e delegati sulle questioni poste. E’ utile rilevare che tra i compiti dell’Assemblea Nazionale c’è quello di “esprimere indirizzi sulla politica del partito, attraverso il voto di mozioni, ordini del giorno, risoluzioni”.
Per tentare di assolvere a questa norma statutaria occorre ricevere l’ordine del giorno almeno contestualmente alla convocazione dell’Assemblea e non 48 ore prima dell’Assemblea stessa, come è spesso avvenuto in passato e anche in questo caso. Occorre inoltre conoscere la relazione del segretario (qualora, come in questa Assemblea, sia prevista), se non nel dettaglio, almeno a grandi linee, e che ciò avvenga prima dell’Assemblea, per poterne valutare il contenuto ed eventualmente presentare mozioni e ordini del giorno a riguardo.
Solo così, con una partecipazione effettiva e la possibilità di esprimersi adeguatamente, l’Assemblea Nazionale potrà svolgere il suo ruolo, in stretta connessione con iscritti ed elettori.
In caso contrario il ruolo dell’Assemblea Nazionale non sarà che il perpetuarsi di uno stanco rito di ratifica di provvedimenti già presi in altre sedi, che nella maggior parte dei casi riguardano questioni più burocratiche e di funzionamento, che questioni politiche rilevanti.
In un momento come quello che stiamo vivendo, è invece fondamentale che la politica, “la bella politica” quella attiva, partecipata, anche critica, ma finalizzata al raggiungimento del bene comune, torni ad essere protagonista delle nostre assise.
E per farlo abbiamo bisogno di ordini del giorno chiari, stimolanti, che affrontino i problemi alla radice e che ci vengano consegnati in tempo utile per poterne discutere. Con meno politichese e più politica, senza temere il confronto. Altrimenti che Partito Democratico saremmo.
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