I tesori delle fiabe sono ben nascosti e solo audaci cavalieri riescono a scoprirli: venerdì scorso è bastato andare nel chiostrino del Duomo e scendere alcuni gradini per trovare - o riscoprire - il Museo e il Tesoro del Duomo di Monza, un tesoro di architettura, arte e storia unico al mondo.
Li hanno raccontati, con passione e competenza, Don Carlo e Don Dino del Duomo e i "genitori"del Museo, l'Ingegner Carlo e la moglie Titti, della Fondazione Gaiani.
Il Duomo si presenterà all'appuntamento di Expo 2015 con un gioiello di rinnovato splendore: gli affreschi della Cappella degli Zavattari freschi di restauro.
I lavori sono pressoché terminati; si stanno ora predisponendo le impalcature in modo che da gennaio 2015 siano accessibili ai visitatori, che per alcuni mesi avranno il privilegio di poterli osservare da vicinissimo!
Ma altri gioielli sono esposti già da anni nei suggestivi ambienti del Museo: è il "tesoro" donato dalla regina Teodolinda alla sua basilica, derivante anche da oggetti ricevuti dal papa Gregorio Magno e arricchito negli anni da donazioni di imperatori, di re, di esponenti del clero e di famiglie nobili o dalla generosità di singoli.
Davanti agli occhi dei visitatori scintillano croci, corone, reliquiari e copertine di evangelari d'oro, perle e pietre preziose di squisita fattura e dittici d'avorio finemente lavorati.
In lamina d'argento dorato è la celeberrima chioccia con i sette pulcini, la cui interpretazione è ancora molto discussa, mentre meno appariscenti, ma particolarmente preziose perché rarissime sono le ampolle metalliche per oli, portate come amuleti dai pellegrini provenienti dalla Terrasanta, con minuziose e perfette raffigurazioni di scene sacre.
E poi calici, enormi arazzi, affreschi strappati, statue e formelle provenienti dalle pareti esterne del Duomo, come gli antelli che componevano il rosone originale della facciata.
Per valorizzare e custodire tutti questi tesori, la Fondazione Gaiani ha voluto uno scrigno altrettanto prezioso, frutto di anni di progettazione coraggiosa e all'avanguardia.
Molti monzesi ricordano di essersi soffermati a bocca aperta in Piazza Duomo ad osservare i colossali lavori di scavo e le quantità impressionanti di putrelle, armature d'acciaio e calcestruzzo impegnati nel cantiere, particolarmente problematico perché situato sotto e a ridosso dei muri del Duomo, che ha fondazioni molto ridotte.
Inizialmente, si era pensato ad un semplice ampliamento del Museo Serpero, aperto fin dal 1963, ma la volontà di esporre gli enormi arazzi e gli antelli del rosone ha portato a progettare muri perimetrali profondi 19 metri e all'idea di un soppalco curvilineo, affacciato sulla sala grande, adatta per convegni e accessibile tramite una scala circolare.
Per procedere in sicurezza, si è consolidato il terreno con iniezioni di cemento e si sono inseriti i muri perimetrali, per poi asportare la terra e realizzare il solaio di copertura che sostiene il carico del terreno soprastante e regge il soppalco grazie ad alcuni tiranti.
Nel Museo, anche la luce è su misura: non si posa in modo statico sui reperti, ma si muove a sottolineare le parti più importanti, una per una.
È il cosiddetto "Progetto Monza", oggi studiato dai light-designer di tutto il mondo.
E da tutto il mondo arrivano visitatori per il Museo, che nel 2014 supererà i 35.000 ingressi totalizzati nel 2013: persone di tutte le età, tra le quali i 750 bimbi della scuola dell'infanzia che hanno seguito entusiasti e curiosi i laboratori organizzati per loro.
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