Sabato scorso Giorgio Gori nella gremitissima sala dell’Auditorium La Verdi a Milano ha definitivamente lanciato la sfida a Roberto Maroni per la Presidenza della Regione Lombardia per i prossimi 5 anni (2018-2023). Un cambio di guida e di rotta che aspettiamo da più di 20 anni per ridare alla nostra Regione quella forza di traino dell’economia nazionale facendo leva sulle capacità imprenditoriali dei suoi abitanti, sulla loro concretezza e sulla necessità di cogliere le opportunità che un mondo che cambia ci mette a disposizione.
E se Milano, sotto la guida dei Sindaci Pisapia e Sala si sta già dimostrando all'altezza della sfida, la Regione Lombardia è invece rimasta ferma al palo, sotto la guida di un centro destra più interessato a spartirsi il potere che a governare un possibile cambiamento.
Lo vediamo dal livello della qualità dell'aria tra i peggiori d’Italia e anche di Europa, dal trasporto ferroviario e pubblico (con l'eccezione di Milano) non all’altezza della richiesta di mobilità dei lavoratori lombardi, da un sistema sanitario elefantiaco e costosissimo (assorbe circa l'80% del bilancio regionale) che ha privilegiato gli interessi di qualcuno (si ricordano gli Assessori di centro destra indagati e arrestati ) a discapito degli interessi dei cittadini, con liste di attesa che si allungano e servizi dei medici di base che si riducono e che sono inefficienti.
Occorre quindi un cambio di passo, una guida nuova che abbia la capacità di risvegliare lo spirito positivo dei lombardi e raccogliere attorno a se le forze che vogliono contribuire a migliorare la vita di tutti i cittadini.
E in questa tornata elettorale avremo anche un candidato che ci può far dire che questa è la volta buona: si chiama Giorgio Gori. Una persona che non ha vissuto solo di politica e che sa cosa vuol dire fare squadra, fare impresa, confrontarsi con un mercato e una società in continua evoluzione. Uno che ha anche saputo cambiare vita e decidere di fare il Sindaco di una città come Bergamo non per interessi personali ma,come dice lui, perché “quando hai ricevuto molto dalla vita è giusto che rendi un po’ della fortuna ricevuta mettendoti al servizio degli altri per migliorare le cose”.
All'evento di sabato scorso si respirava quella voglia di cambiamento che è voglia di raddrizzare le cose che non funzionano e di migliorarle sempre di più per fargli prendere la giusta direzione, semplificare ciò che complica la vita dei cittadini, costruire nuovi modelli per il futuro in diversi ambiti della vita di tutti i giorni. Il messaggio è stato chiaro. Ci si vuole muovere in quello spirito riformista e aperto all’innovazione che è sempre stato alla base della ricchezza prodotta da questa regione con un atteggiamento inclusivo e tollerante capace di garantire eguaglianza di trattamento per tutti e pari opportunità. Uno spirito che è anzitutto visione e capacità di governo della cosa pubblica facendo leva sulle eccellenze che abbiamo nel territorio e che rifugge da ogni populismo, massimalismo, o volontà di isolamento.
E il messaggio era condiviso dai molti che hanno capito che anche se ci sono dei punti di vista differenti e delle sfumature che contraddistinguono ciascuno, è necessario cercare di unire le forze progressiste e riformiste per ritornare a governare questa Regione e farla tornare una delle più produttive e attive non solo a livello Europeo ma anche globale.
Giorgio si sta già spendendo per questa nuova sfida. Spetta ora a ciascuno di noi secondo le proprie capacità e responsabilità sostenerlo, collaborando alla stesura del programma, costruendo la squadra che dovrà lavorare al suo fianco e supportando questa scelta anche con chi conosciamo.
Ognuno di noi può fare la differenza in questa sfida.
Andiamo avanti convinti, questa è la volta buona.
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