Continuano a far discutere le dichiarazioni del governatore di Regione Lombardia, Roberto Maroni, in relazione al fenomeno immigrazione. Il Pirellone, per bocca del suo presidente, minaccia di tagliare i fondi ai comuni che accolgono immigrati, avvertimento a cui ha fatto seguire una lettera ai Prefetti lombardi chiedendo di sospendere le assegnazioni di migranti nei comuni, "in attesa che il governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza". Tra gli altri, anche il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, ha risposto, in un'intervista concessa a Il Giorno, di cui di seguito riportiamo i virgolettati del primo cittadino brianzolo.
"Per ora mi sembrano entrambi più annunci che fatti concreti. E su una materia così significativa nei Comuni ci atteniamo alle norme che finora non sono state cambiate né con leggi nazionali né regionali. La proposta di Maroni di escludere dai finanziamenti regionali i Comuni che accoglieranno nuovi immigrati, oltre ad uno sgradevole sapore di ricatto è anche velleitaria poiché viola la legge, infatti la politica sull’immigrazione non viene decisa dalla Regione ma dal Governo. Se il Presidente di Regione Lombardia poi intende presentare proposte di legge discriminatorie può farlo, ma le contrasteremo come anticostituzionali. Finora la proposta di Maroni mi sembra pensata guardando più ai prossimi ballottaggi in alcuni Comuni, rispetto alle vere esigenze del territorio lombardo".
E ancora: "Questa è un’emergenza che non si può ignorare come ha fatto finora la Regione. La conferenza Stato-Regioni indica nei tavoli regionali il luogo dove gestire la distribuzione dei profughi. Ma la Lombardia non ha mai attivato questo tavolo, e la gestione dell’accoglienza è lasciata alle Prefetture, ai Comuni e alle associazioni del terzo settore sul territorio. Bisognerebbe prendere provvedimenti, e paradossalmente sono quelli che lo stesso Maroni aveva indicato nell’aprile 2011 quando da ministro dell’Internò si trovò davanti alle Primavere Arabe. Maroni giustamente spiegò che di fronte all’emergenza tutti devono fare la loro parte: chiese aiuto ai sindaci, con la firma dell’intesa tra Stato, Regioni e Anci che assicurava una equa ripartizione delle presenze su tutto il territorio nazionale. Indicò pure la proporzione di 1 profugo ogni mille abitanti come quota d’accoglienza nei Comuni: un livello per cui attualmente in Lombardia siamo molto al di sotto, nonostante ci siano alcuni Comuni che non accolgono nessuno"."A Monza sono sempre stati meno di un centinaio i profughi presenti, e attualmente sono circa 90 accolti nelle strutture gestite da Comunità Monza e Brianza che è l’ente a cui la Prefettura ha dato l’incarico di seguire questo fenomeno in città. Poi il Comune di Monza non ha alcuna spesa riguardo all’accoglienza profughi: mettiamo a disposizione l’edificio comunale di via Spallanzani come hub di prima accoglienza temporanea in vista dello smistamento sul territorio provinciale dei migranti che di volta in volta vengono assegnati alla Brianza. E questo servizio, come quello delle associazioni del terzo settore che seguono i migranti, sono pagati dal Ministero dell’Interno attraverso le Prefetture. La situazione dell’accoglienza a Monza, ma in generale in Lombardia, è più che sostenibile. In Brianza c’è poi un sistema che dimostra che se c’è una distribuzione tra tutti, poi non c’è alcun problema. Se ora viene chiesto a Lombardia e Veneto di fare di più, è solo perché finora non hanno fatto quanto previsto. Ma detto questo, come Anci è stato ribadito che i Comuni non possono essere lasciati soli e davanti all’emergenza profughi serve un accordo a livello europeo con urgenza per migliorare e correggere le situazioni di criticità”.
Report