Il Forum Legalità e Giustizia del PD di Monza ha organizzato Mmartedì 19 un interessante incontro sulla connessione tra edilizia e criminalità, tema quanto mai attuale dopo i recenti episodi che hanno interessato la provincia MB, che sono poi riproduzione di quanto si verifica a Milano e in tutta la Lombardia.
L'obiettivo, ricorda Donatella Paciello, coordinatrice del Forum, è diffondere consapevolezza nei cittadini dei pericoli rappresentati dall'interesse della criminalità nel settore, mentre i politici ne stanno prendendo lentamente coscienza. Il tutto mentre si prospetta all'orizzonte di Milano e dintorni l'Expo 2015, con tutte le opportunità che questa offre a tutti gli appetiti, leciti e illeciti, interessati.
Ma perché la criminalità (leggi 'ndrangheta per il suo peso preponderante in Lombardia) è così interessata al tema edilizia? Lo spiega molto bene il prof. Camagni, Ordinario di Economia Urbana al Politecnico di Milano, introducendo il concetto di Rendita Immobiliare. In sostanza partendo da un'area immobiliare (es. un terreno agricolo), in seguito a mutamento di destinazione (area residenziale) e alla sua trasformazione (costruzione di fabbricati), si produce un enorme incremento di valore. Questo enorme incremento, peraltro va associato ad assenza di investimenti e ad una tassazione, per dirla con un eufemismo, favorevole. Non c'è settore che stia alla pari come profittabilità, sia industriale che commerciale. E il valore aumenta costantemente: nei 10 anni tra il 1998 e il 2008 il valore degli immobili è salito mediamente del 100%, con i costi praticamente fermi: ancora oggi al costruttore un metro quadro costa tra 900 e 1500 Euro, mentre si vende dai 5000 in su!
Camagni insiste sul tema della tassazione e fa un confronto con gli altri Paesi: in Germania (caso di Monaco di Baviera) il settore pubblico incassa il 30 – 40% del valore finale di trasformazione (e comunque ne rimane più che abbastanza per l'imprenditore); a Milano, sotto forma di oneri di urbanizzazione, l'incasso di ferma al 6%! Ecco spiegato il potere che gli immobiliaristi, attraverso i loro soldi, hanno nei confronti degli amministratori locali, non c'è partita.
Successivamente la d.ssa Righini, ricercatrice di Urbanistica, ha presentato uno studio sulla presenza della criminalità nel settore immobiliare. Ha citato l'evoluzione del fenomeno, iniziato ai tempi dei soggiorni obbligati, con il traffico di droga e i primi investimenti immobiliari.
La droga, in particolare, come dirà poi Giuseppe Caruso, il cui traffico in Lombardia è gestito dalla 'ndrangheta è l'attività che fornisce i capitali per gli investimenti. Dagli anni '90 sono cominciati gli intrecci col mondo politico e l'inserimento negli appalti pubblici, fino ad arrivare ad oggi dove assume più i caratteri di un'organizzazione finanziaria con la gestione di attività illecite e pericolose (cementificazione di aree di elevato valore ambientale e paesaggistico, discariche abusive etc). Oggi, in presenza di una cultura che tende a delegare al privato funzioni una volta prerogativa del pubblico, con la scusa della riduzione dei costi, le amministrazioni locali rinunciano ad un ruolo propositivo (esemplare a questo proposito la riforma urbanistica lombarda, caratterizzata da massiccia deregolamentazione, e quindi, d'altro canto, da poca trasparenza). In questo "vuoto" gli immobiliaristi (e anche la criminalità) trovano gli spazi per sviluppare senza eccessivi contrasti i loro interessi, dalla pianificazione al progetto fino alla realizzazione, alla faccia delle vere esigenze delle comunità. Gli effetti si vedono: abuso e speculazione edilizia, appalti pubblici con processi più veloci e, come detto, meno trasparenti. Il contrario di quanto richiederebbe l'interesse pubblico, ri-regolamentazione e trasparenza nei processi decisionali. Cita Falcone, in chiusura del suo intervento, la D.ssa Righini: "Lo Stato non deve lasciare che siano i singoli cittadini ad affrontare la mafia, ma deve impiegare le strutture e gli uominj migliori".
Giuseppe Caruso, giornalista, autore del libro "A Milano comanda la 'ndrangheta", ad aggiungere ulteriori connotati sulla 'ndrangheta. L'organizzazione agisce in tutti i settori economici, ma soprattutto nell'edilizia, e abbiamo visto perché. Più che parlare di infiltrazione nel settore bisogna parlare di egemonia (si calcola che l'80% del subappalto sia riconducibile ad essa!). Purtroppo gli imprenditori "puliti" trovano vantaggioso lavorare con ditte malavitose per una serie di motivi: queste ultime lavorano in nero (e quindi a costi più bassi), non ci sono problemi sindacali e il lavoro si svolge senza intoppi. Questi rapporti di convenienza fanno passare in secondo piano gli aspetti etici.
Chiude la serie degli interventi Pippo Civati, consigliere regionale del PD, che ha portato la testimonianza sull'argomento per quanto attiene le vicende politiche regionali. La sensazione è che i politici comincino, quasi a malincuore, a preoccuparsi del fenomeno, almeno in linea di principio, ma quando si tratta di prendere provvedimenti contro chi è stato sorpreso in contiguità con noti malavitosi, scatta il meccanismo di salvaguardia nei confronti degli appartenenti al proprio gruppo politico, cosa che si è puntualmente verificato con esponenti del centro destra in Regione. Quindi c'è ancora moltissima strada da fare.
Report