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consorzio_parco_e_villaPubblichiamo per gentile concessione della Rivista www.vorrei.org questo articolo di un nostro simpatizzante, come un valido contributo utile riguardo al funzionamento economico del Consorzio Parco e Villa Reale

Tempo di bilanci, consuntivi e di previsione, per il Consorzio della Villa Reale di Monza.

Secondo lo Statuto del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza (art. 14) il Direttore Generale deve redigere “al termine di ogni esercizio, e comunque entro il 30 aprile di ogni anno, il bilancio d’esercizio e la relazione sulla gestione, illustrando, in apposita sezione, gli obiettivi perseguiti dal Consorzio e gli interventi realizzati. Nella redazione di tali documenti il Direttore si attiene alle regole di ordinata contabilità...”.

Entro il 30 novembre deve poi presentare il “Documento programmatico annuale e pluriennale di attività e la relativa previsione di bilancio”.

In sostanza, entro il 30 aprile di quest’anno il Direttore avrebbe dovuto presentare il bilancio consuntivo del 2011 e dello stato di attuazione degli interventi programmati per l’anno trascorso.

Non risulta che l’abbia fatto. E’ vero che il nuovo direttore è subentrato nella funzione a dicembre del 2011, e che nel 2011 il Consorzio era ancora, per così dire, in embrione. Ma una istituzione ha una continuità che prescinde da chi è in carica, e quindi il nuovo direttore era tenuto comunque a rispettare lo Statuto, relazionando sulla gestione 2011 e illustrando “in apposita sezione” obiettivi (se c’erano) e interventi realizzati. E comunque, per quanto limitato fosse l’ammontare complessivo del bilancio (si trattava pur sempre di quasi un milione di euro), una relazione, per quanto scarna, era doverosa.

In compenso, l’Assemblea Consortile ha approvato in aprile 2012, cioè ad anno inoltrato, un “Bilancio di Previsione per l'esercizio finanziario 2012” e un “Bilancio Pluriennale e Relazione Previsionale e Programmatica per il triennio 2012 – 2014” che, a norma di Statuto, avrebbero dovuto essere presentati a novembre del 2011.

E’ lecito pensare che questi documenti abbiano voluto riempire un vuoto, lasciato dal precedente direttore.

Comunque, provo a commentare alcuni dati dei due documenti, come vengono presentati nel sito del Consorzio senza alcuna relazione esplicativa; e successivamente il metodo adottato.

Bilancio di Previsione per l'esercizio finanziario 2012.

Il bilancio del Consorzio ha subito dal 2011 al 2012 un incremento sostanzioso, da 957.000 euro a 3.274.000 euro.

La causa principale è la devoluzione al Consorzio, da parte dei Comuni di Monza e di Milano, delle entrate da concessioni e affitti del Parco (Autodromo, Golf Club Milano, eccetera) e dai proventi di biglietteria e di uso della Villa Reale, pari nell'insieme a ben 2.228.000 euro. Altri 800.000 euro provengono da conferimenti al Conto di Gestione da parte degli altri soci: Regione Lombardia, Provincia e Camera di Commercio di Monza e Brianza.

Qualche interesse può rivestire ciò che non si trova tra le entrate, e che meriterebbe qualche spiegazione: ad esempio l’affitto dell'allevamento del Mulino S. Giorgio, e i proventi della vendita di legna e prodotti agricoli (il Parco è anche una grande azienda agroforestale, probabilmente autosufficiente nonostante i vincoli di un parco storico).

Un contributo del 2011 da parte della Fondazione Cariplo per iniziative culturali, pari a 175.000 euro, è venuto a mancare, né esistono in bilancio altri contributi da enti pubblici o privati .

Un incremento così massiccio delle entrate, in anticipo sulle spese potenziali di un programma, per ora inesistente, di interventi di risanamento del monumento e di iniziative culturali e ambientali, dovrebbe far pensare a una possibilità di accantonamento di risorse per gli investimenti e le attività future.

Invece, le entrate sono tutte assorbite immediatamente da spese correnti.

Tra queste, il primo dato che colpisce è una “Indennità di risultato del personale dirigenziale”, nella misura di 65.000 euro, che si aggiunge ai 261.000 di stipendio del Direttore e del personale dirigenziale ( un'altra unità) con relativi contributi previdenziali. Bisognerebbe proprio spiegare quali risultati meritino un premio, in base a quale misura del conseguimento di quali obiettivi, inesistenti per la mancanza di un programma.

Tra costi della dirigenza e compensi ai revisori dei conti (69.000 euro) si arriva a 330.000 euro. La somma rimborsata al Comune di Monza per il distacco di personale comunale (sette unità) al Consorzio ammonta a 649.000 euro (presumibimente comprendenti arretrati). A 69.000 euro ammontano le spese per consulenze e incarichi vari.

Più che raddoppiati sono i costi di gestione (da 196.000 a 465.000). Doverosa sarebbe una spiegazione sui 50.000 euro di “Spese per la realizzazione di prodotti promozionali e di comunicazione”.

Vi è poi una voce di rilievo (568.000) di “Rimborsi al Comune di Monza per mutui sul Parco”.

La voce “Prestazioni di servizi” sembra corrispondere più specificamente agli interventi sul Parco e in parte sulla Villa. Nel 2011 era di modesta entità (7.500 euro) e nel 2012 si attesta su 810.000 euro. Essa è costituita in massima parte dalla “Gestione integrata del verde”, che sembra accorpare molte altre voci (“Manutenzione patrimonio arboreo del Parco”, “Pulizia Parco e Giardini Villa Reale, eccetera) per le quali non vi sono stanziamenti. Forse sarebbe stato meglio esporre il dettaglio.

Unico accantonamento: 60.000 euro destinati a Fondo di riserva ordinario.

Neanche un euro è destinato a spese in conto capitale, a differenza dell’esercizio precedente, che aveva almeno stanziato 129.000 euro, in prevalenza per manutenzioni straordinarie della Villa. Da notare che in una prima versione del preventivo in esame figuravano 410.000 euro, cancellati nella versione definitiva.

Relazione Previsionale e Programmatica per il triennio 2012 – 2014.

Questa cosiddetta Relazione consta di ben 81 pagine, per lo più vuote o con indicazioni insignificanti sul piano programmatico, e comunque prive di una visione e un progetto organico per il futuro. Dal punto di vista delle previsioni, esse espongono per gli anni 2013 e 2014 soltanto delle cifre, in parte ripetitive degli stanziamenti del 2012, in parte riduttive o inesistenti. Soffermarsi su questi numeri è quindi inutile, mentre sembra opportuna qualche riflessione sul metodo.

Discorso sul metodo.

La Relazione si apre con una Premessa sconcertante: “La Relazione previsionale e programmatica della Comunità Montana (sic!) Consorzio Villa Reale e Parco di Monza per il periodo 2012-1014 adotta lo schema fissato dal Decreto (Modello N.3 per le Comunità Montane... integrandolo con ulteriori elementi...sulle tendenze del bilancio comunale (sic!)”.

Non si capisce perché l'estensore del documento abbia adottato questo schema, estremamente burocratico e dirigistico, costruito per enti diversi dal nostro Consorzio. Basti dire che esso spazia da una Sezione Prima: “Caratteristiche generali della popolazione, del territorio e dell'economia insediata e dei servizi dell'ente” a una Sezione Quinta: “Considerazioni finali sulla coerenza dei programmi rispetto ai Piani regionali di sviluppo, ai Piani regionali di settore e agli atti programmatici della Regione”.

Sarebbe stato logico, nel caso di una peraltro inammissibile insufficienza di competenze professionali, ricorrere a modelli di analoghi enti pubblici non imprenditoriali, preposti alla gestione di beni culturali e ambientali. Ci si sarebbe aspettato una relazione e prospetti specifici e trasparenti costruiti ad hoc per il Consorzio Villa e Parco di Monza, frutto di competenze adeguate in materia di pubblica amministrazione e di economia di imprese culturali e non profit. Ma evidentemente ci si trova di fronte a un bagaglio di pratiche burocratiche, non estensibili a visioni di più vasta portata.

Del resto, anche il Bilancio annuale per il 2012 sembra basarsi su uno “schema” fatto per altri enti. Basti dire che per trovare i rimborsi al Comune di Monza per il personale distaccato al Consorzio non si deve cercare, come sarebbe logico e trasparente, sotto la voce “Personale e Organizzazione”, sia pure come trasferimenti, ma occorre “scoprirli” sotto la Funzione “Istruzione pubblica e relativa alla cultura e beni culturali”!

Conclusioni.

Entro il prossimo mese di novembre, il Direttore dovrà comunque presentare il vero “Documento programmatico annuale e pluriennale di attività e relativa previsione di bilancio” per il 2013 e per il periodo 2013-2015”.

Esso dovrebbe tradurre in proposte concrete le indicazioni di un “Piano strategico di sviluppo culturale” che rientra tra i compiti del Consiglio di Gestione, di cui esiste una versione redatta dal precedente direttore nel 2008, alquanto divagante rispetto ai reali problemi di recupero e valorizzazione culturale del monumento e comunque inattuale. Sembra logico pensare che anche la proposta di questo Piano strategico debba coinvolgere il Direttore, al quale lo Statuto attribuisce esplicitamente “funzioni di proposta e di impulso”.

Le basi per questo Piano, e per i documenti conseguenti, non mancano. Per il Parco, ci sono gli studi e i progetti che hanno dato vita alla Legge regionale 40/95, parzialmente realizzata, e un disegno di legge per il completamento e l'integrazione di quei progetti, giacente in Consiglio Regionale. Per la Villa, il Progetto Carbonara fornisce una prospettiva d'insieme di vasto respiro. Altri studi, proposte e progetti del passato a cui fare riferimento, offerti da personaggi di grande prestigio (ad esempio quelli di Annalisa Calcagno e Leonardo Benevolo) non mancano.

Per quanto riguarda un programma organico di iniziative culturali e ambientali di alto livello, gli esempi a cui rifarsi sono numerosi in Italia e all'estero, ovviamente da tradurre secondo la specificità culturale e ambientale della “Imperial Regia Villa e Parco di Monza”, simbolo (insieme alla Corona Ferrea) del rapporto storico tra Europa e Italia.

Ma temo che il management attuale del Consorzio non sia nelle condizioni di formulare proposte adeguate, anche perché privo di strutture dotate delle necessarie competenze, tra cui quel Comitato Scientifico previsto dallo Statuto ma mai insediato. Ed anche, occorre riconoscerlo, per il contesto politico-amministrativo in cui il management è costretto ad operare.

Ovviamente, la realizzazione di un disegno strategico richiede diversi anni, ben più di tre. Ma se le finalità e il progetto strategico non sono chiari e dichiarati costantemente, e gli ostacoli vengono rimossi anziché messi a nudo, anche le proposte per il breve termine rischiano di essere casuali e dispersive.

Credo che la cosa più importante oggi sia “fare il punto”, anche per mettere i vertici decisionali di fronte alle loro responsabilità. Per farlo servono molto meno di ottanta pagine, ma molto più dense.

E' quello che mi auguro avvenga entro il prossimo 30 novembre.

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