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bersaniDue problemi fondamentali attanagliano il lavoro italiano: la precarietà ed il bassissimo tasso di occupazione delle donne e dei giovani, in modo drammatico nel Mezzogiorno. (....)
Oggi, tra i problemi prioritari, oltre alla precarietà e all'assenza di lavoro, si inserisce l'insicurezza di quanti hanno il lavoro a tempo indeterminato, ma hanno perso la prospettiva di stabilità (...), Inoltre, il mercato del lavoro è partecipato da italiani e "nuovi italiani". Anche i lavoratori e le lavoratrici migranti e le loro famiglie, oltre 4 milioni di persone, subiscono le conseguenze della crisi, in particolare nell'agricoltura. Ma, la transizione demografica in corso e la crescente domanda di servizi alla persona richiedono la presenza strutturale di immigrati.

Le condizioni del lavoro sono connesse con le situazioni di disagio sociale e di povertà, in particolare estrema e minorile. Nel 2008, il 5% della popolazione residente in Italia era in condizioni di povertà assoluta.
Le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2.737.000 e rappresentano l'11,3% del totale, mentre gli individui poveri sono oltre 8 milioni, pari al 13,6% della popolazione, con un significativo aumento dei working poors. Sono dati tra i peggiori di Europa. Soffrono soprattutto le famiglie con figli minori ed, in particolare, nel Mezzogiorno. (....)

La politica del lavoro del Governo dall'inizio della legislatura ha aumentato la precarietà e penalizzato, in particolare, i giovani e le donne. Ad esempio, nel caso dei call centers, lo smantellamento dei limiti ai contratti a progetto ha determinato, da un lato, lo spiazzamento delle imprese che avevano stabilizzato i lavoratori attraverso gli incentivi introdotti nel 2006 e, dall'altro, la cassa integrazione per migliaia di giovani. Le misure introdotte dal Ministro Sacconi, da ultimo nel "Collegato lavoro" rinviato dal Presidente Napolitano alle Camere, tendono a far regredire il livello minimo universale di tutele, diritti e retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici e puntano a corporativizzare sul piano territoriale e settoriale i nuclei più forti di lavoratori.

La strategia del PD per il "diritto unico" del lavoro.
Il PD è "il partito del lavoro", "fondato sul lavoro". Per il PD, il nesso tra diritti di cittadinanza e diritti sociali e del lavoro è indissolubile. Il lavoro è fonte di identità della persona umana e, al tempo stesso, come indicato all'art 1 della nostra Costituzione, fonte di cittadinanza democratica. Il PD intende rappresentare il lavoro "in tutte le sue forme", dal lavoro (relativamente) stabile a tempo indeterminato, al lavoro precario e parasubordinato, dal lavoro di artigiani, commercianti e professionisti, al lavoro dell'imprenditore. (....)

Per la ricomposizione del mondo del lavoro, non solo delle sue tutele, ma anche delle sue opportunità, nel riconoscimento delle specificità delle attività lavorative e delle oggettive esigenze di flessibilità e di competitività delle imprese, non vi sono scorciatoie. Un modello unico di contratto di lavoro è un obiettivo da collocare in un quadro di elevata e consolidata dinamica della produttività, condizione necessaria a compensare il connesso aumento di costo per l'impresa. (...)

I capisaldi della strategia del Pd, da portare avanti in modo graduale al fine di evitare ogni onere aggiuntivo per la finanza pubblica, sono i seguenti:

1. incentivazione del contratto a tempo indeterminato, definito dall'UE "forma normale del rapporto di lavoro", attraverso il minor costo della stabilità rispetto alla precarietà, ossia mediante l'allineamento e la riduzione del cuneo contributivo. (...)

2. graduale introduzione di una base di "diritti di cittadinanza" per tutte le forme di lavoro, comprese le imprese individuali (vedi punto 7), in materia di garanzia del reddito, malattia, infortuni, riposo psicofisico, maternità; in particolare, universalizzazione dell'indennità di disoccupazione, anche nei confronti del lavoro autonomo e professionale; (...)

3. integrazione delle pensioni delle future generazioni di lavoratori e lavoratrici attraverso una quota a carico della fiscalità generale, determinata in relazione alla contribuzione versata; ripristino ed allungamento dell'intervallo per la scelta dell'età di pensionamento e allineamento dei requisiti per uomini e donne; (...)

4. introduzione di un reddito minimo di inserimento sul modello del "Reddito di Solidarietà Attiva" per combattere la povertà e l'esclusione sociale, in particolare la povertà estrema e minorile; (...)

5. trasformazione dell'indennità di maternità in diritto di cittadinanza e relativo finanziamento a carico della fiscalità generale (...)

6. rafforzamento delle misure legislative ed amministrative (incluse le risorse finanziare ed umane per i controlli) per favorire l'emersione del lavoro e per il miglioramento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro; (...) revisione della normativa sull'immigrazione per promuovere l'ingresso regolare per lavoro; nell'immediato, prolungamento del permesso di soggiorno per i lavoratori migranti disoccupati entrati in modo regolare;

7. introduzione dello Statuto dei Lavoratori Autonomi e dei Professionisti per definire un denominatore di tutele e di incentivi rispondente alle esigenze comuni di artigiani, commercianti, professionisti;

8. riforma del contratto di apprendistato per incentivare formazione effettiva ed adeguata ai fabbisogni delle imprese; (...)
9. potenziamento delle politiche attive per il lavoro, quindi integrazione delle politiche sociali e del lavoro con le politiche della formazione per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti in difficoltà; (...)

10. approvazione, in relazione all'accordo interconfederale tra le parti sociali, di una legge quadro per la democrazia sindacale per disciplinare rappresentanza, rappresentatività e validazione dei contratti, condizione necessaria, tra l'altro, per ridefinire, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, la regolazione del diritto di sciopero nei trasporti, impossibile per delega legislativa.

Per la lettura dell'intero documento su Sviluppo,welfare e lavoro approvato dall'Assemblea Nazionale del Pd a Maggio http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/100227

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