Il 10 agosto di quest’anno la temperatura sulla cima del Monte Bianco, 4.805 metri, è rimasta sopra lo zero per trentatré ore. Secondo i dati di Copernicus, l’agenzia europea che si occupa di osservare la Terra dallo spazio, giugno 2024 è stato il dodicesimo mese consecutivo in cui la temperatura media mensile ha superato gli 1,5ºC rispetto alla media del periodo preindustriale.
Chi ha qualche riconoscenza sul clima, sa che il grado e cinque è la soglia massima di aumento della temperatura stabilita dagli Accordi di Parigi nel 2015. Eppure, nonostante questi dati, c’è un pezzo di politica che continua a dire che i piani dell’Unione Europea per raggiungere la neutralità climatica sono troppo ambiziosi e irraggiungibili.
Forse finiremo come rane bollite, senza accorgerci di nulla?
Da anni ci sono però regioni, nella nostra Europa, che si sono rimboccate le maniche e hanno lavorato per diventare a ‘zero emissioni’, attraverso l’incremento di fonti rinnovabili e la riforestazione. Uno di queste è Groningen, in Olanda, che dice di essere pronta ad essere climaticamente neutra nel 2026, anticipando la timeline europea, che vuole esserlo entro il 2050.
Un’iniziativa della Commissione Europea del 2018 denominata “Making Cities” punta a creare delle aree di Positive Energy Districts (PEDs), distretti in cui gli edifici sono completamente efficienti dal punto di vista energetico e produttori di più energia rispetto a quella che consumano, in modo da compensare altri edifici che per ragioni strutturali e storiche sono più in difficoltà.
Groningen, precedentemente città fondata sull’industria dei combustibili fossili e sede del più grande giacimento di gas d’Europa, ha chiuso il suo punto di estrazione nel 2023.
Per efficientare così tanti edifici il ruolo chiave lo ha svolto la politica, la quale ha creato forme di partecipazione che hanno raccontato la crisi climatica, la necessità di cambiare e di migliorare. Con dati alla mano, soprattutto anche economici, dei vantaggi di isolare e rendere autonoma energicamente la propria abitazione.
Hanno organizzato dei caffè informativi, in cui i residenti venivano coinvolti, informati e resi partecipi. Ovvio, non tutti possono permettersi simili investimenti. La povertà energetica nella città di Groningen, però, è stata mappata. Attraverso questa rete, i cittadini poveri energicamente sono stati comunque coinvolti, dotandoli di elettrodomestici e altri oggetti che li aiutano a salvare energia e a essere più virtuosi. Creando un effetto a catena tra i singoli residenti che, coinvolti, hanno poi mobilitato il proprio vicinato.
Report