Le zone del centro della nostra città si sono ripopolate di compagnia e vivacità. Per certi aspetti la cosa non può che riportare colore e gioia dopo un periodo lungo, difficile e grigio come quello del lockdown; ma nulla di ciò giustifica i comportamenti scorretti. Liti, schiamazzi, vandalismo.
Monza non può permettere tale degrado; reprimere i sentimenti di socialità della maggior parte dei giovani intensificando i controlli della polizia locale, tuttavia, non è la soluzione adatta. Non lo è stata mesi fa con la pubblicazione del Regolamento di Polizia Locale e non lo sarà adesso. Questo periodo va raccontato diversamente ai giovani, la socialità non deve essere oppressa. La vitalità e la creatività non devono essere trattenute nel timore, ma sfogate nel rispetto del vivere civile che caratterizza la società che noi vogliamo.
I giovani otto mesi fa attendevano risposte e si sono trovati multati. Adesso chiedono spazi, eventi, iniziative nei limiti che il periodo storico impone e l'assessore si limita a incutere terrore nelle piazze. L'estate 2020 non sarà (per chiari motivi) un'estate ''tradizionale'', va riscritta e ripensata. C'è bisogno di rinascita, anche con lo stimolo del vigore giovanile.
La componente giovanile monzese tutta deve concorrere ad uno stesso obiettivo: reinventarsi.
Una stagione diversa, con spazi diversi e regole diverse come comunità virtuose limitrofe ci hanno già insegnato, riadattando i progetti che erano stati pensati in precedenza.
La caratteristica empatia dei giovani va ascoltata, riadattata, ma non soffocata.
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