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profughiSi è svolto a Vimercate 31 Gennaio 2020 un bellissimo incontro sul tema delle migrazioni.
Lo spunto era rappresentato dalla presentazione del libro “Con altri occhi – viaggio alla scoperta delle migrazioni” di Daniele Biella, Fabbrica dei Segni editore.

La redazione e pubblicazione dell’opera è parte dell'omonimo progetto culturale “Con altri occhi”. L'idea del libro è nata in Aeris Cooperativa Sociale, con l'intento di non disperdere la ricchezza di quanto generato nel dialogo con gli studenti che, dall’ottobre 2016, Aeris ha promosso nelle scuole primarie e secondarie inferiori del Vimercatese e Trezzese.

In tre anni di attività sono stati raggiunti più di 13mila studenti di 340 classi, con la collaborazione di almeno 800 docenti di 15 istituti comprensivi.

Leggerò il libro e sono sicuro sarà importante condividere i suoi contenuti. L’obiettivo è chiaro ed pienamente condivisibile: indagare la “percezione” del fenomeno migratorio e confrontarla con la realtà. Il progetto di Aeris si è giustamente rivolto ai bambini e ai ragazzi; noi dovremmo e dovremo provare di fare la stessa cosa anche con gli adulti. Un esempio di questo sforzo è la scheda “Percezione vs Realtà” che il gruppo monzese Integrazione e Accoglienza ha prodotto ma non ancora pienamente utilizzato.

Ma passiamo all’incontro del 31 a Vimercate. Tre i relatori, coordinati da Daniele Biella:

  • Mohamed Ba, attore di origini senegalesi, in Italia da ormai 21 anni
  • Gennaro Giudetti, MSF Medici Senza Frontiere e volontario soccorso in mare Sea Watch
  • Annalisa Fioretti, Medico e volontario in campi profughi siriani

Senza nulla togliere a Gennaro e Annalisa, il cuore della serata è stato Mohamed. Mohamed ha trattato due aspetti fondamentali:

  • Rispetto alla percezione del fenomeno migratorio, ha ricordato a noi italiani quanto stiamo tradendo la nostra storia culturale che ha prodotto tesori inestimabili, al cui confronto il nostro atteggiamento odierno sembra apparire veramente meschino
  • Poi le cause strutturali delle migrazioni. Mohamed è partito dalla Conferenza di Berlino che nel 1884 vide le potenze occidentali che avevano interessi in Africa (Gran Bretagna, Francia, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Stati Uniti) spartirsi l’Africa stessa. Furono stabiliti una serie di nuovi Stati i cui confini non tenevano conto dei preesistenti Regni africani e, anzi, separavano le diverse etnie distribuendole in Stati diversi. Ovviamente l’obiettivo principale era la spartizione delle ricchezze africane, in particolare di quelle minerarie. Da allora è iniziato uno sfruttamento delle ricchezze africane che è tuttora in corso e che è alla base dell’instabilità sociale e politica di quel continente. Rispetto alle risorse minerarie, per capire la loro portata e il nostro coinvolgimento come consumatori occidentali, sono stati citati due materiali: il coltan, indispensabile per fabbricare lo schermo dei nostri amati smartphone, e l’uranio che fa funzionare le fonti energetiche francesi e non solo. In entrambi i casi Mohamed ha descritto il coinvolgimento di bambini nella loro raccolta e il livello di mortalità dei bambini stessi in questo lavoro.

Un altro esempio di sfruttamento coloniale tuttora in essere è il cacao prodotto dalla Costa D’Avorio: la Francia, al momento dell’indipendenza del paese, ha preteso che il cacao venisse acquistato dalla Francia al prezzo fissato dalla Francia stessa (e non al prezzo di mercato!).

Mohamed ha toccato anche il tema delle armi, che sono ovviamente indispensabili alle diverse fazioni che si fronteggiano in Africa e la cui responsabilità ricade in larga misura sui paesi europei. Mohamed ha ben riassunto tutto il suo ragionamento dicendo “chi semina povertà, raccoglie profughi”.

Per concludere citerei l’enfasi con cui Mohamed ha caldeggiato l’apertura di corridoi umanitari, gestiti dagli Stati europei, in cui un cittadino africano possa arrivare in sicurezza e possa vedere esaminata la sua richiesta di ingresso o di asilo. Mohamed ha ricordato che anche chi arriva oggi in Italia sui barchini dalla Libia ha speso un sacco di soldi (si parla dai 500 ai 3.000 euro ma spesso possono arrivare anche a più di 10.000); potrebbe quindi ben permettersi un viaggio in aereo.

Certo, mia opinione personale, questa visione tocca solo l’aspetto dell’arrivo dei migranti nei paesi europei; non tocca il punto, a mio avviso più critico rispetto alla “percezione degli Italiani”, delle modalità di accoglienza dei migranti; mi è stato più volte rinfacciato da cittadini monzesi il fatto che ragazzi di colore “bighellonassero” nei giardinetti o mendicassero davanti ai negozi. Io penso che su questo le forze sociali e politiche di sinistra dovranno elaborare un nuovo progetto di accoglienza.

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