Noi monzesi non lo sappiamo ma abbiamo la fortuna di ospitare un fenomeno decisamente particolare e unico nel suo genere, una caratteristica di cui ogni cittadino dovrebbe andare fiero, abbiamo infatti un rarissimo esemplare di “amministrazione perbene”.
Proprio così, cambiano le stagioni, cambiano i temi, ma fortunatamente la nostra amata giunta è in possesso della formula magica per ogni problema, una formula abbastanza antica, per carità, usata e riusata in passato con i diversamente nordici e, qualche elezione dopo, generosamente offerta ai diversamente Italiani: Sicurezza e decoro. Cambiano le stagioni, cambiano i temi, ma lo stregone adibito a pronunciare queste magiche parole è sempre lo stesso, il nostro Assessore alla sicurezza Federico Arena.
La risposta in consiglio comunale sulla situazione Bran.co è solo l'ultima delle incarnazioni di questo sortilegio, d'altronde perchè affrontare i problemi quando puoi comodamente parlare di altro? Il cosiddetto benaltrismo fa davvero miracoli, permette addirittura al suddetto di difendere associazioni con radici anti-costituzionali richiamando a sé i valori del decoro, perché, si sa, il decoro è tale solo se solletica i propri gusti, mica quelli della costituzione o dei cittadini che ti hanno eletto.
Molto probabilmente chiedo troppo nel dire che un assessore dovrebbe svolgere le mansioni a cui è adibito, ma tralasciando le deleghe trasporti e sicurezza ormai sature di propaganda, mi domando se Arena si ricordi ancora del suo impegno con le politiche giovanili. I giovani monzesi si ritrovano infatti davanti ad un deserto di opportunità, una città in cui si preferisce investire sulla paura piuttosto che sul futuro, strategia per lo più fine a se stessa, visti i risultati in stazione e dintorni.
Il crescente disagio dei ragazzi monzesi è solo un lontano rumore di fondo coperto dallo slogan di turno, il tema viene unicamente toccato quando si palesano forme di autorganizzazione per uscire dalla palude, eventi in cui la retorica del decoro può finalmente cadere con forza anche sui giovani. Ed ecco che il confine tra paura e decoro si fa molto sottile, canalizzare disagi e insicurezze su temi e problemi che sembrano più facilmente aggredibili, a voi serviti i reparti cinofili davanti le scuole, i militari a due passi dagli studenti che vanno in stazione e l'eterna crociata ai non ben specificati ragazzi “sinistrati” (che poi, magari ad essere davvero così tanti).
La Monza dei sogni di questa giunta è una città formata da ragazzi perbene ma annoiati, ligi alla morale dei rappresentanti ma senza alcun diritto ad essere rappresentati, uno scenario che non va solo a deperire l'energia della giovane età, ma che taglia le gambe al futuro della città.
Davanti a tutto ciò, ribadirò sempre un concetto di sicurezza leggermente diverso, una sicurezza sociale, in grado di garantire una vita tranquilla e dignitosa attraverso la buona gestione di tutte le sfere della quotidianità. Perchè se col ragazzo africano costruisci i programmi elettorali, con tutto il resto ci fai la giornata media di un monzese.
Lo svago è ormai fuori dai confini cittadini, la cultura viene tagliata e gli ultimi della società diventano i primi dei problemi, in tutto questo, la nostra giunta sembra convinta nel continuare la battaglia per la libertà di vivere “perbene”, questa libertà, però, possono permettersela sempre meno persone, e allora, accanto alla paura, ecco arrivare il decoro per tenere a bada chi non ce la fa.
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