È ormai passato qualche giorno dalla tappa brianzola del treno di #DestinazioneItalia con a bordo Renzi e dal lancio ufficiale della candidatura di Giorgio Gori alla Presidenza di Regione Lombardia. Vorrei condividere con voi una riflessione.
La giornata di giovedì è stata particolarmente lunga: iniziata la mattina con un briefing in federazione provinciale per organizzare l’accoglienza alla stazione e gestire l’arrivo del treno del PD. A pranzo, arrivati a Lissone, abbiamo iniziato ad accogliere militanti e dirigenti di partito. Lì, devo dire onestamente, ho visto una grandissima presenza di pubblico, non solo nostri iscritti, anche cittadini interessati a parlare con Renzi.
Un pomeriggio ben speso. Fortunatamente le tanto temute contestazioni non ci sono state e ne sono felice, non tanto perché abbia paura di confrontarmi con chi la pensa in modo diverso dal mio (stiamo facendo politica, lo si mette in conto), quanto perché trovo nel metodo della contestazione una mancanza di rispetto e un'ignoranza di fondo.
Comunque, il nostro territorio ha una grandissima capacità attrattiva e il segretario ha ascoltato le molteplici istanze che sono giunte da imprenditori, sindaci ma anche studenti e lavoratori: lo scopo di questo giro delle province italiane è proprio l’ascolto e l’obiettivo è stato centrato in pieno. Matteo Renzi, seduto in prima fila che si fa raccontare gli aspetti positivi e le criticità del Paese è esattamente la mia idea di politica: ditemi cosa c’è che non va, come posso aiutarvi e cosa vorreste voi.
Dopo aver accompagnato Renzi a Cermenate siamo tornati a Monza per un'incontro fra Giorgio Gori e il mondo imprenditoriale. Sulla caratura di Gori come uomo e come candidato ci arrivo subito.
Sabato pomeriggio, appunto, c’è stata la presentazione ufficiale della candidatura di Giorgio Gori all’auditorium della Verdi a Milano. In una sala gremita con più di 1200 persone, fra parlamentari, consiglieri regionali, militanti del centro sinistra, tante donne e uomini che hanno scelto di impegnarsi per un obiettivo comune: portare una persona valida, seria e capace al 39° piano di regione Lombardia.
Giorgio Gori è veramente la persona giusta, il candidato migliore che potessimo trovare per una sfida così impegnativa. Cinque anni fa, lo slogan di Roberto Maroni era “la Lombardia in testa”, purtroppo la sua idea di Lombardia è rimasta nella sua mente perché in Regione nulla è stato fatto, sono stai cinque anni di rassicurante torpore. Giorgio Gori ha un’idea vera per la nostra regione e sa anche come attuarla, è il progetto di tutti noi, nei prossimi mesi finiremo di metterlo appunto anche (soprattutto) grazie al vostro contributo.
Perché dico tutto questo. Perché credo, in un momento di così grande distacco fra cittadini e politica, in un momento dove la gente ti guarda strano quando affermi di occuparti della Cosa Pubblica, in un momento in cui la domanda che più ti rivolgono è “ma chi te l’ha fatto fare”, magari anche con un sorristetto di compatimento, ecco credo che la risposta sia tutta qui.
Esiste un popolo della politica formato da rappresentanti di vario livello, dal militante del circolo del paesino più piccolo al Ministro, che si trovano insieme sulla banchina di una stazione o in un auditorium milanese per condividere un progetto, un’idea, un sogno.
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