Il 6 marzo alle 21,00, presso il teatro Manzoni, la Lega Nord cittadina ha organizzato un convegno/dibattito pubblico per presentare il “Referendum per una Lombardia più autonoma” passato in Consiglio Regionale il 17 febbraio e appoggiato da NCD, Forza Italia e M5S. Erano presenti Stefano Carugo (NCD), Gianmarco Corbetta (M5S), il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, Enrico Brambilla (PD). Claudio Pedrazzini (FI) sebbene inserito fra i partecipanti non era presente per disguidi organizzativi, come annunciato nei primi minuti del convegno. Il tema del referendum è stato introdotto da Massimiliano Romeo (LN) e Stefano Bruno Galli (Lista Maroni).
Il tema delle autonomie ampiamente dibattuto in Consiglio regionale si presenta come un mero tentativo propagandistico essendo stato affrontato in regione, sin dal 2008, dal PD che propone di affrontare in maniera ben più articolata e condivisa la questione, come affermato dal nostro Enrico Brambilla.
Lo stesso Enrico Brambilla ha commentato: "Il referendum consultivo sullo statuto speciale è solo propaganda politica, per la quale Maroni vuole spendere 30 milioni di euro dei lombardi. È aperto un dibattito in Parlamento sulla riorganizzazione dello Stato ed è in quella sede, in modo serio, che la Lombardia deve impegnarsi per guadagnare quegli spazi di autonomia che da sempre rivendica. Ma ha davvero poco senso parlare di mancanza di risorse quando il governo, attuando i costi standard, come ammette lo stesso Maroni, dà alla nostra Regione ben un miliardo in più per la sanità. Si utilizzino bene quelle risorse, tagliando davvero e da subito i ticket regionali, e i trenta milioni per l'organizzazione del referendum, invece, si utilizzino da subito per porre rimedio alle tante emergenze che il maltempo di questa estate anomala ha creato in diversi territori della Lombardia".
Lo stesso capogruppo del PD in Consiglio Regionale, in merito alle dichiarazioni del presidente Roberto Maroni, ha proseguito invitando a ricondurre il processo nelle sedi e nei metodi istituzionali.
La nostra Regione, il nostro Paese vivono anni di contingente crisi economica che ha creato grandi e gravi situazioni di emergenza e disagio sociale.
Quanto suddetto confligge con l’esigenza strumentale del nostro Presidente Maroni che avrebbe bisogno di un parere forte, quale quello generato da un referendum, per portare con più forza le istanze al Governo.
Tale parere non è assolutamente necessario se, palesemente, un processo che segue un percorso condiviso, alimentato ed articolato da tutti gli interlocutori dello stato civile, è in essere sin dal 2008.
Il referendum con qualunque esito confliggerebbe comunque nel suo scopo o azione finale con la nostra Costituzione.
Report