Era quasi inevitabile. Dopo la sconfitta elettorale del M5S alle elezioni europee di domenica – o della “non vittoria”, come pare averla ribattezzata Grillo dopo un primo momento di onesto riconoscimento dell’arretramento – la rete, quella stessa rete tanto osannata e mitizzata dallo stesso Grillo, e da Casaleggio & Co. – non ha tardato a prendersi la sua rivincita.
E così, accanto alle vignette delle migliori matite come Vauro, Giannelli, Staino ed Elle Kappa, sono proliferate sul web, specie su Facebook e sui blog politici, creazioni più artigianali e domestiche, ma per questo non meno efficaci, di semplici elettori. E qui l’italica fantasia e propensione allo sfottò si è scatenata e diffusa in modo virale in tutta la sua potenza di fuoco.
Ecco dunque una foto che ritrae dei partigiani in cammino che cantano una “Bella ciao” riveduta e corretta – “Una mattina, mi sono alzato, o Beppe ciao, Beppe ciao, Beppe ciao ciao ciao” – o un’inserzione di vendita di un “apriscatole praticamente nuovo”, capace di aprire tutto, tranne scatolette di tonno e wurstel, come aveva minacciato Grillo.
E ancora il famoso “Maalox”, indicato terapeuticamente per “grillini rosiconi”, e il celebre quadro “l’Urlo” di Munch con il viso del leader cinquestelle; o, ancora, un Grillo con la maglia dell’Atletico Madrid, per la seconda volta sconfitto in finale della Coppa campioni a tempo scaduto, con scritto, sul petto, l’ormai citatissimo hashtag #vinciamopoi.
C’è poi il filone cinematografico, con la rivisitazione di film di grande successo. Si va da “Il Silenzio dei grillini” – con la bocca di Grillo coperta da una farfalle, come quella di Anthony Hopkins de “Il silenzio degli innocenti – a “La caduta”, film che narra gli ultimi giorni di Hitler, rievocato durante la campagna elettorale dallo stesso comico genovese.
Anche twitter non si è risparmiato. Dall’hashtag #retromarciasuroma, per arrivare a un follower di #vinciamopoi che chiede a Grillo quante stelle ha visto dopo la chiusura delle urne.
Ma forse, il più sintetico ed efficace, è il fotomontaggio, riportato all’inizio di questo articolo: la copertina del libro di Sergio Di Cori Modigliani - con prefazione, nientedimeno, di Grillo e Casaleggio - dal titolo (quasi)profetico “Vinciamo NOI”: la vittoria del PD ha però fatto perdere l’ultima vocale e così il titolo, grazie a un bollino giallo con su scritto “Novità”, perde la I e diventa un più coerente “Vinciamo NO”.
Manca il filone letterario al qule contribuiamo noi, con il titolo del più celebre e amato romanzo di Joseph Cronin, che sembra coniato ad hoc: "E le stelle stanno - almeno per il momento - a guardare".
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