Il 27 gennaio scorso si è tenuto il primo Consiglio Comunale convocato per discutere sul Regolamento comunale per il registro delle Unioni Civili: riportiamo di seguito il testo dell’intervento fatto in aula dal Consigliere PD Franco Monteri. Seguirà, nel prossimo aggiornamento, l’intervento fatto dalla Consigliera di Citta Persone Laura Morasso
“Noi oggi siamo ad un passo dal compiere un atto molto importante, oggi siamo chiamati al voto sulla delibera che, qualora approvata, istituirà nel nostro comune il registro delle Unioni Civili, altrimenti dette unioni di fatto. Noi oggi possiamo essere protagonisti (ma anche no) non di un pezzo di storia comune, ma di una parte di storia importante della nostra Città, nel rispetto dell'impegno preso nei confronti dei cittadini. Dico questo per sottolineare come, al di là dei numeri o degli aspetti normativi, questo agire darebbe un senso e un significato, in termini di risposta, ad uno dei compiti più importanti delle Istituzioni, che è infatti quello di garantire alle persone i diritti civili e sociali senza discriminazioni di sorta, e questo anche nei confronti di coloro che affidano i propri progetti di vita a forme di convivenza, diverse dalla famiglia tradizionale.
E in molte di queste situazioni questi diritti civili non sono sempre tutelati proprio per un modo di vedere della politica che non risponde ai continui mutamenti della società moderna.
C’è bisogno di affrontare la questione con meno timidezza per colmare il gap che ci separa dai civilissimi paese d’Europa e del mondo. La politica (cioè noi) dovrebbe semplicemente prendere atto di esser rimasta indietro e di avere a che fare con un paese che avanza e che è già più avanzato rispetto ad essa.
Nel caso specifico è bene ricordare che stiamo trattando di un argomento che riguarda tutti coloro che per diverse ragioni (fiscali, di reddito, giuridiche) decidono di non metter su famiglia. In questo contesto la locuzione coppie di fatto si riferisce tanto alle coppie etero che decidono di non sposarsi, quanto alle coppie omo che al momento, per legge, non possono farlo.
Chi pensa di strumentalizzare questo argomento, in funzione di questi ultimi, viola la costituzione, in palese contrasto con il principio di eguaglianza e di democrazia.
Oggi, queste persone vivono una condizione di emarginazione istituzionale ma non per una loro libera scelta ma per l'incapacità della politica di muovere un decisivo e importante passo verso lo sviluppo di un modello sociale improntato sull'eguaglianza e la convivenza civile.
Il principio di non discriminazione è alla base di qualsiasi organismo democratico, la libertà nei comportamenti che hanno a che fare con le scelte personali è per noi un fondamento di civiltà irrinunciabile.
Nell’ambito del rispetto della libertà individuale ogni cittadino può decidere di vivere la propria vita di relazione con altri soggetti, affermando il concetto di coppia indipendentemente dal sesso e dai vincoli amministrativo-civili.
La convivenza deve essere protetta e resa alternativa rispetto al matrimonio, soprattutto in presenza di prole, permettendo l'accesso a tutti i servizi resi dal comune. Sottolineo che si tratta di convivenza e non di matrimonio per il quale si rende necessaria una legge dello stato.
Con l'approvazione di questa delibera noi oggi abbiamo la possibilità di eliminare gli ostacoli di natura burocratico-amministrativa, che impediscono l'accesso ai servizi comunali per tutte le forme di unione non codificate, ma esistenti nella realtà per libera scelta dei cittadini e questo soprattutto, per il rispetto della pari dignità di tutti gli individui.
Chi afferma che l'istituzione del registro delle unioni civile distrugge il significato di famiglia commette un atto di violenza ideologica in un falso ragionamento culturale.
Per quanto ci compete il rispetto della famiglia, non è sicuramente esclusiva di coloro che vantano profonde radici morali ma deve essere patrimonio di una molteplicità di persone, appartenenti a generi, culture e politiche diverse.
La famiglia è prima di tutto una comunità di affetti, di solidarietà, di rispetto e di assunzione di responsabilità, dunque vanno tutelate tutte le famiglie. Come sostiene Aristotele, nel primo libro della Politica, “il possesso comune della percezione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto e degli altri valori morali costituisce la famiglia e lo stato”.
La famiglia non si fonda semplicemente sull’inclinazione sessuale: La famiglia si fonda sull’utilità reciproca e sulla piacevolezza della convivenza.
Purtroppo sempre più numerosi sono i casi di “famiglie regolari” in cui vengono calpestati rispetto, dignità, sicurezza, vita dei membri. Questo forse è il problema reale su cui dovremmo interrogarci.
Per onestà nel ragionare va detto che ad alimentare questa distrazione politica vi è anche l'interferenza di una parte della comunità religiosa che, se pur legittimata nella sua opera di insegnamento, contrasta con l'articolo 7 della costituzione là dove si afferma che lo Stato e la Chiesa sono due organismi indipendenti e sovrani.
Chiudo questo intervento chiedendo ai colleghi Consiglieri una presa di posizione responsabile, in virtù del fatto che quando hanno preso i voti lo hanno fatto per vestire l'abito istituzionale, a difesa dei diritti di tutti”.
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