In questi giorni al telegiornale e sui giornali si è molto sentito parlare della nuova legge elettorale detta “Rosatellum”, prende il nome declinato in latino del suo promotore, Ettore Rosato; capo gruppo del PD alla camera; il testo blindato dalla questione di fiducia è stato approvato alla camera a scrutinio segreto, ora la legge passa al Senato.
Andiamo adesso nel dettaglio tecnico della legge, se dovesse essere approvata anche al Senato, cosa molto probabile a questo punto, esclusi eclatanti colpi di scena, introdurrà in Italia un sistema elettorale misto tra proporzionale e maggioritario.
Alla Camera ci saranno 232 collegi uninominali, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato. Verrà eletto il candidato che prenderà nel collegio almeno un voto in più degli altri. Gli altri 386 seggi saranno assegnati con metodo proporzionale: ogni partito o coalizione presenterà una lista di candidati, si conteranno i voti ricevuti da ogni lista e ogni partito o coalizione eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti ottenuti. Altri 12 seggi saranno assegnati nelle circoscrizioni estere.
Al Senato le cose funzioneranno in maniera quasi identica: i collegi uninominali saranno 102 e 207 i collegi del proporzionale; saranno 6 i seggi degli eletti all’estero. Non sarà possibile il voto disgiunto: significa che ogni persona esprimerà un solo voto, che andrà al candidato del suo collegio (per la quota maggioritaria) e alla lista che lo appoggia (per la quota proporzionale).
Non sappiamo ancora come sarà la scheda elettorale, ma se dovesse essere barrata la casella di un candidato al collegio uninominale e la casella di una lista diversa da quelle che lo appoggiano, il voto sarà annullato. Per eleggere dei parlamentari i partiti dovranno ottenere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale. Se i partiti si presentano alleati in una coalizione, quest’ultima dovrà raggiungere almeno il 10 per cento dei voti su base nazionale. I partiti che non raggiungono questa soglia non eleggeranno alcun parlamentare.
Sono consentite le pluricandidature, cioè sarà possibile presentarsi in diversi collegi, ma solo nella quota proporzionale: ogni candidato potrà presentarsi in cinque collegi proporzionali differenti. Ci si può candidare in un unico collegio uninominale, ma si può essere contemporaneamente candidati in cinque collegi proporzionali.
Come accadeva con la vecchia legge elettorale, il Mattarellum, la presenza dei collegi uninominali favorirà le alleanze tra partiti, che avranno un incentivo a dividersi tra di loro i vari collegi e appoggiare in maniera unitaria i candidati di coalizione.
È sicuramente una situazione, che al momento, sembrerebbe favorisce il centrodestra che, soprattutto alle elezioni amministrative, ha mostrato di riuscire a ottenere buoni risultati quando si presenta unito. Anche il centrosinistra potrebbe risultare avvantaggiato, se il PD riuscisse a formare una coalizione con le forze di centro e con quelle alla sua sinistra. Il Movimento 5 Stelle, invece, rischia di essere la forza più penalizzata da questo sistema. Da un lato non intende allearsi con nessuno, dall’altro non ha molti candidati forti e con l’esperienza e la notorietà necessaria a competere efficacemente nei collegi uninominali.