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Europa in pratica Alessia Mosca«Ho scritto questo libro sull’Europa perché vorrei che non venisse più percepita come un’istituzione astratta». A parlare è Alessia Mosca, membro della Camera dei Deputati e capogruppo PD nella Commissione Politiche europee intervistata al telefono poco prima dell'incontro organizzato dal PD di Lissone, venerdì 28 marzo.

“Protagonisti in Europa con il PSE”: ecco il titolo della serata a cui prenderanno parte, oltre ad Alessia Mosca, anche l’eurodeputato Antonio Panzeri e il professore e storico Pietro Graglia. L’onorevole, classe 1975, monzese di nascita e un trascorso tutto europeo alle spalle, ha appena dato alle stampe (virtuali, perché è disponibile come e-book gratuito, edito da Rizzoli) “L’Unione in pratica. Un’Europa a misura di Italia”. «È stata colpa dell’Europa stessa, e dell’elite di Bruxelles, se l’Unione Europea è stata percepita fin dall’inizio come un qualcosa di sfuggente», spiega Mosca. 

Quali aspetti mette in evidenza nel suo libro?
Uso un linguaggio pratico, concreto e diretto, con cui cerco di chiarire cosa significhi realmente “Europa” e quali opportunità possa offrire. Ma parlo anche dei limiti, effettivi, che l’istituzione dimostra di possedere.

Quali sono queste opportunità? Come l’Europa può davvero modificare la vita di tutti i giorni?
Offre opportunità concrete a molte fasce d’età, a più livelli. Si pensi al progetto Erasmus, che forse è tra le attività più conosciute, oppure al “My first eures job”. Non si sa, ma le ricerche compiute da molti dipartimenti universitari vengono sovvenzionate da fondi europei. Esistono anche numerosi bandi nati con l’intento di finanziare iniziative di cultura. Ma non vengono usati. L’Italia in media usa solo il 45% dei fondi di cui potrebbe fruire.

Perché? Com’è possibile che questo succeda?

Le motivazioni principalmente sono tre. Non si conoscono le opportunità. Gli enti e le istituzioni non hanno abbastanza personale a disposizione per cercare e studiare i bandi o realizzare progetti ad hoc, in grado di far vincere i concorsi. Oppure, ancora, ci sono i vincoli imposti dal patto di stabilità.
Cosa succederà venerdì a Lissone? Di cosa si parlerà?
Si parlerà di Europa, principalmente, soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo maggio. Pensi, secondo i sondaggi, circa il 60% delle persone non sa nemmeno che ci siano queste votazioni. Sono considerate di secondo grado.
Ma la disillusione non è solo italiana: anche europea.

Già, purtroppo è vero. Ma l’Europa come fondazione è assolutamente fondamentale. Ed è dovere delle persone della mia generazione, che hanno avuto modo, come me, di costruirsi un futuro grazie all’Europa e a quello che ha potuto offrire, impegnarsi affinché questa istituzione torni a dimostrare tutto il suo potenziale.

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