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omofobiaLa legge «contro l`omofobia» dovrebbe approdare nell'aula di Montecitorio venerdì prossimo per il voto finale.

Il condizionale è d`obbligo dopo che quattro big del Pdl (Lupi, Gelmini, Sacconi e Carfagna) hanno chiesto un time out sui temi etici con la scusa di non creare problemi alla maggioranza che sostiene il governo Letta.
In realtà è dentro lo stesso partito di Berlusconi che si è creata una spaccatura con gli ex ministri Galan, Prestigiacomo e Bondi, che invece spingono in direzione contraria allo stop.
Varietà di posizioni, che non preoccupano il deputato del Pd Ivan Scalfarotto, relatore insieme al collega del Pdl Leone, della legge sull'omofobia, ritenendole «fisiologiche».
«Su questo tipo di tematica, che ha che fare con i valori delle persone, con la vita, può succedere che ci siano sensibilità differenti» spiega Scalfarotto.
Onorevole, la richiesta di una «moratoria» sui diritti civili però è il segno delle difficoltà del Pdl?
«Mi viene da dire che nel Parlamento italiano questo tipo di moratoria va avanti da 35 anni. Dopo l`approvazione della legge sull`aborto non abbiamo più praticamente proposto nulla sui diritti civili. Anzi, quando abbiamo approvato qualcosa lo abbiamo fatto per restringerli, penso alla legge sulla medicazione medicalmente assistita. I
o credo che su questi temi si sia ragionato molto e che siamo maturi per una decisione, in particolare sulla legge sull'omofobia l`intera scorsa legislatura è stata dedicata all'approfondimento e alla riflessione, oggi mi sembra che siamo pronti per approvare il provvedimento».
Il Pd è compatto. Questa è una buona notizia.
«Infatti non ho sentito una sola voce nel mio partito alzarsi contro questa legge. E lo stesso ministro Franceschini ha detto che questa è una legge urgente e non rinviabile, per cui il Pd su questo provvedimento è assolutamente tranquillo».
Le divisioni del centro destra possono mettere a rischio la tenuta del governo?
«Questa materia non è stata oggetto del discorso del premier Letta quando ha chiesto la fiducia alle Camere.
Noto che il ministro Franceschini ha ribadito che questa è una legge urgente, il lavoro fatto con il Pdl e le altre forze politiche presenti ai aula è stato di grande collegialità e ascolto, rispetto il fatto che ci siano alcune persone per le quali questo tipo di provvedimento non è accettabile però le considero delle eccezioni. Questa è una norma che aspettiamo da molto tempo».
Pensa che alla fine sarà approvata?
«Questa non è una legge ideologica o partigiana. Fare una legge che è contro l'odio omofobico e transfobico dovrebbe essere patrimonio di un intero Paese, non è una legge di parte, ma di civiltà. La cosa migliore che la politica può fare è approvarla con la maggioranza più alta possibile, perché diventi patrimonio di tutti. Stiamo parlando di sconfiggere l`odio e la violenza contro una minoranza di persone e mi sembra che questa sia una norma sulla quale dovremmo concordare tutti».
I 340 emendamenti presentati dal Pd non sono un buon viatico.
«Oggi (ieri, ndr) con il correlatore Leone abbiamo espresso parere negativo a tutti gli emendamenti con l`invito al ritiro, fatto anche da Leone, relatore della legge scelto dal Pdl».
Ora tocca alla legge sull`omofobia, poi alle unioni gay?
«Sono due discorsi distinti e separati. Una cosa è una legge contro l`odio a protezione di una minoranza di persone, un`altra cosa è il tema dei diritti, della costruzione di una società più avanzata. Io su entrambi ho un`opinione precisa, però ripeto, mentre capisco la differenza di opinioni in tema di unioni o matrimoni tra destra e sinistra, ritengo che la battaglia contro l`odio dovrebbe unire tutti».
Sui temi etici il Pdl teme lo spettro delle maggioranze variabili con il Pd, insieme ai grillini e Sel?
«Invece di temere questo spettro, penso che si debba lavorare insieme per trovare una condivisione molto ampia.
Se questa non c`è, allora le Camere sono sovrane, vedremo alla fine quali saranno i numeri. Del resto il Parlamento esiste anche per occuparsi dei grandi temi, che interessano la generalità dei cittadini».