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letta-lavoroNon c'è alternativa politica a questa maggioranza, e nemmeno il voto lo è. Così il premier Enrico Letta, secondo quanto riferiscono i partecipanti, ha aperto il suo intervento all'assemblea del gruppo Pd della Camera. "Non ci sono alternative a questa maggioranza.

Né lo è il voto. Cito Moro: questo è il tempo che ci è dato, abbiamo la responsabilità di dare risposte alle esigenze di questo tempo". Letta ha spiegato che nemmeno il voto è una alternativa, perché se si tornasse alle urne con il porcellum il rischio sarebbe di non avere di nuovo una maggioranza al Senato.

"Vedo che molti nell'opinione pubblica fanno finta che non ci siano più le ragioni gravi e le criticità preoccupanti che ci hanno spinto alla scelta" di dar vita al governo delle larghe intese, le parole di Letta, che invece insiste: "Siamo obbligati a dare risposte alle emergenze. La situazione non permette giochi politici, sembra che ci si sia dimenticati delle difficoltà, ma queste ci sono ancora tutte" ha rilevato il premier davanti all'assemblea del gruppo dei deputati Pd.

Letta comunque fa esercizio di ottimismo: "Il governo, pur nelle 'difficoltà' delle scorse settimane, ha dimostrato di poter dare le risposte che il Paese attende. Il governo e la maggioranza hanno dato dimostrazione che le risposte sono possibili. Per questo sono ottimista per l'Italia. Questi primi 90 giorni dimostrano che è possibile dare risposte all'Italia e all'Europa, come è accaduto sul lavoro". Segue la rivendicazione di Letta del lavoro del governo, con l'elenco delle misure per il lavoro dei giovani, per lo sviluppo economico, l'avvio delle riforme istituzionali e il lavoro in Ue. "Mai come in queste settimane il tema del lavoro dei giovani è stato così centrale".

E "non è stare un mese di più a Palazzo Chigi che mi farà cambiare gli obiettivi: rilancio economico, riforma istituzionale e un'altra Europa" aggiunge Letta all'assemblea del Pd, annunciando che il 26 luglio, il 3 e l'8 agosto ci saranno tre importanti Consigli dei ministri.

Ma Letta insiste sulla obbligatorietà di un vero percorso di riforme. "Giocare a far finta non basta più. Un sistema che non decide è da riformare e le riforme istituzionali e il referendum finale sono uno strumento per rinvigorire il percorso decisionale". "Dobbiamo essere più aggressivi sulle riforme costituzionali e rimandare al mittente le accuse. Stiamo cercando di rendere la Costituzione più moderna. Abbiamo un sistema che non decide e dobbiamo rivendicare che al Senato è stato già approvato il ddl di istituzione della commissione".

Letta chiama il Pd a uno sforzo unitario e a una responsabilità collettiva sulle riforme: "Basta fare i fighetti, cercare l'applauso individuale con un tweet o su Facebook non basta più. Questo percorso non deve portare il nome di una persona, a partire da me. Dobbiamo andare al voto consegnando un Paese che decide".

Se "non faremo le riforme, la condanna sarà per tutti - avverte Letta -. Dobbiamo tornare ad essere in grado di decidere". "Ora siamo in montagna - gioca di metafora il premier -, ma se portiamo a termine quel che abbiamo messo in moto, a cominciare dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, a fine anno avremo la pianura. E la discesa arriverà il prossimo anno".

Quanto allo "stato di salute" del partito, Enrico Letta ha sottolineato come, dopo la vicenda del Quirinale, "occorre costruire il Pd", un'area "riformista protagonista in Italia e in Europa", e "sono solidale con il lavoro che Epifani sta svolgendo e di cui discuteremo venerdì"."Dobbiamo costruire il Pd. Le vicende dell'elezione del presidente della Repubblica hanno mostrato una nostra incapacità di tenere di fronte a una autonoma assunzione di responsabilità".

Un applauso saluta l'ultimo passaggio dell'intervento di Letta, che suona come un'accorata esortazione: "La gente oggi ci giudica per quello che facciamo al governo. Non per quello che faremmo in ipotesi. Possiamo scrivere il dna del Pd così. Io ce la metto tutta, penso che ce la possiamo fare non solo come governo ma anche come Pd, ma tutti. Se non ci fermiamo davanti alla prima difficoltà, l'obiettivo lungo è quello convincente".

Da la Repubblica 25 Luglio