Il caso MPS. “Il Pd non c'entra niente”, ha ripetuto Bersani. Mps, ha ricordato, “ha un governo, una fondazione con gli enti locali, e questo fatto non è un'esclusiva di Siena, anche a Verona per esempio è così. Gli enti locali hanno un potere di indirizzo e non di gestione, ed anzi il comune di Siena ha lavorato al cambiamento”.
Il problema, secondo il segretario del Pd, sono i prodotti derivati: “abbiamo sempre chiesto una limitazione drastica di questo strumento - ha sottolineato - ma non avendo la maggioranza in Parlamento non ci siamo riusciti. Se vogliono fare la campagna elettorale con questo, non gli basterà”.
Al di la' della vicenda dei derivati, nella gestione di Mps “ha pesato un eccessivo localismo”.
“Il localismo - ha osservato Bersani - ha impedito a questa banca di mettersi in campo nelle grandi ristrutturazioni del sistema. Poi quando ha tentato di rientrarci lo ha fatto in tempi di crisi ed ha pagato un prezzo altissimo”.
Allargando il discorso alle fondazioni bancarie, Bersani ha convenuto sul fatto che va “rivisto il peso degli enti locali. Bisogna riconoscere che le fondazioni hanno dato stabilità di indirizzo ma, in prospettiva, rompere un legame troppo stretto è un fatto positivo.
“A Maroni che ha parlato a nome della Lega dico solo una parola: Credit Nord", la banca legata al Carroccio salvata nel recente passato”.
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Esodati. "Quando sento dimenticare delle questioni, come gli esodati, allora mi inalbero un po'". Così Pier Luigi Bersani ha voluto attaccare il governo e Mario Monti sulla questione degli esodati. "Gradirei che ci fosse scritta la parola esodati nell'agenda di Monti, perché è un problema molto serio. Molto serio. E negli ultimi sei mesi, nell'ultimo un anno, non può essere solo un problema di Bersani. Noi abbiamo denunciato che esisteva il problema ma ci hanno bacchettato perché noi non siamo tecnici. E dopo di che si è visto chi è il tecnico...".
Il problema nasce dalla difficoltà di fare una completa 'ricognizione' di tutti gli esodati.
“Abbiamo allestito un Fondo - ha ricordato - per circa 140 mila persone e dobbiamo vedere con che tempi viene riassorbito. Credo che poi andrà rimboccato man mano, ogni anno. Penso a un meccanismo flessibile - ha concluso - perché oggi una ricognizione completa e' inafferrabile”.
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Tasse. "Io non intendo tassare il ceto medio che paga le tasse. Perché sarebbe un disastro".
Il leader del Pd ribadisce che la "patrimoniale è l'Imu" e che sarà abbassata sulla prima casa, a patto che non sia un immobile di pregio elevato. "Perche' anche la Reggia di Caserta è prima casa", dice ironico Bersani.
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Monti e Spending review. "Anche Monti ha fatto tagli lineari. I processi di spending review non si fanno così. Bisogna lavorare un anno prima chiusi nel back office". Lo dice Pier Luigi Bersani, ad Agorà.
E' stato un errore nominare Enrico Bondi commissario alla spending review. In un governo di centrosinistra la spending review non sarà affidata a un commissario ad hoc.
"Monti ha preso Bondi e gli ha detto: fammi la spending review. Poi Bondi è andato a fare il check up alle liste di Monti. E allora il commissario straordinario per la spending review è diventato Canzio, che è il ragioniere generale dello stato. Ma di cosa stiamo parlando? Già prima doveva essere lui il commissario, perché la spending review riguarda la spesa ordinaria dello Stato e bisogna conoscerla. Altrimenti va uno e ti racconta di tutto".
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Spesa Pubblica e F35. "Se togliamo la spesa per interessi sul debito e quella per pensioni il resto della spesa pubblica e' ai livelli bassi per l'Europa". Pier Luigi Bersani invita a moderare gli appelli alla riduzione della spesa pubblica.
"Cerchiamo di dire una cosa seria: esiste un livello della spesa pubblica sotto il quale alcuni elementi di civilizzazione europea non stanno in piedi".
"E allora non raccontiamoci che si possono tagliare d'amblais 80 miliardi di spesa corrente".
Semmai la spesa pubblica va razionalizzata, "dobbiamo mettere il cacciavite settore per settore e poi tenerla ferma. Si puo' fare".
C'e' tuttavia una voce di spesa che lo Stato può ridurre. "Dobbiamo rivedere gli impegni sugli F35. Anche il Canada lo ha fatto", dice Bersani. "Perché - osserva- la situazione che abbiamo davanti è questa: dobbiamo fare un avanzo primario del 5 per cento, non abbiamo i soldi per gli esodati, e stiamo mettendo i disabili in condizioni difficili".
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Foto di gruppo. "Io oggi non ho difficoltà a fare una foto di gruppo con Vendola e Tabacci perché abbiamo stretto un patto. Ma non ho ancora visto una foto di gruppo Monti, Casini, Fini. E neppure Berlusconi, Maroni. Io mi presento, e dico che garantisco la governabilità. Gradirei vedere anche la loro foto...".
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Ingroia. "Sento dire da Ingroia che l'avversario non è Berlusconi. Per me, invece l'avversario è Berlusconi. Altrimenti devo pensare che a Ingroia sta bene se Berlusconi vincesse, visto che non è lui l'avversario". Pier Luigi Bersani duetta a distanza con l'ex pm, che ieri sera a Lo spoglio, su Sky, ha invocato un clima di armistizio: "Basta farsi del male".
Ma Bersani non sembra raccogliere l'appello, se non si mette in chiaro che lo scopo comune deve essere la sconfitta del centrodestra. "Io non intendo che le coppie Maroni-Berlusconi prendano piede, perché in dieci anni ci hanno messo in un mare di guai", dice il leader democratico.
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Riforma elettorale. Il Pd chiederà di cancellare il 'porcellum' "il primo giorno di legislatura con una proposta per il doppio turno di collegio".
"Noi non lo volevamo e lo abbiamo ucciso con le primarie organizzate per Natale", spiega Bersani. Quanto agli altri provvedimenti, nel programma di centrosinistra ci saranno sicuramente una normativa stringente sul conflitto di interessi, per la riduzione del numero dei parlamentari, (“c'eravamo quasi, poi hanno ribaltato il tavolo con il presidenzialismo”) e sulla riorganizzazione delle province: "Io sono per il superamento. Devono diventare un ente di secondo grado espressione dei comuni. E bisogna subito schiodare la norma costituzionale che inchioda il tema".