L'occasione di vincere in Lombardia è "storica" e allora, al di là dei possibili patti di desistenza è necessario assumersi le proprie responsabilità perché, se tutti i voti sono utili, ci sono quelli che sono più utili degli altri, ovvero quelli "per batter la destra".
E' il messaggio lanciato dal segretario del Pd Pierluigi Bersani, impegnato con il candidato presidente Umberto Ambrosoli a Milano e a Brescia, sabato 19 gennaio. Il messaggio è diretto soprattutto al Movimento 5 Stelle e a Rivoluzione Civile di Ingroia. "Siamo pronti per vincere" in Italia e in Lombardia ma per raggiungere l'obiettivo ha spiegato Bersani non servono "radicalizzazioni, testimonianze o riduzione del tema della legalità a una dimensione settaria".
In Lombardia, rinominata l'Ohio d'Italia per il numero di senatori che può assegnare garantendo così la governabilità, le distanze tra centrodestra e centrosinistra erano "siderali" ma ora - ha detto con orgoglio Bersani - non lo sono più, anzi e il Pd è pronto ad impegnare in Lombardia tutta la classe dirigente, compreso il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "Darà una mano alla campagna elettorale. Non garantisco che faremo cose insieme perché dobbiamo dividere le forze".
Seduto accanto a Umberto Ambrosoli, candidato al Pirellone Bersani non ha risparmiato critiche a Mario Monti per la scelta di sostenere l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini: "Chi c'è di più civico di Ambrosoli in Lombardia? Curioso che chi si batte per una scelta civica sostenga Albertini".
Il segretario del Pd ha quindi attaccato la Lega e Maroni che hanno "la faccia tosta" dopo che hanno governato per 20 anni la Lombardia di fare promesse come quella di trattenere il 75% delle tasse in regione