Seguici su: Facebook  Instagram  YouTube

“Fermare la violenza, aiutare la democrazia” con questo slogan il Partito democratico ha promosso martedì a Roma, presso piazza del Pantheon, alle ore 18.30, un sit-in per chiedere di fermare la repressione in Libia e l’avvio di una nuova fase democratica.

All’iniziativa, che intende incalzare il governo italiano perché assuma le responsabilità che ci competono, uscendo dal penoso stallo e dall’imbarazzante silenzio in cui si trova, parteciperà il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani, il Presidente dell'Assemblea nazionale, Rosy Bindi, i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, militanti, dirigenti e parlamentari del Pd”. 

La Libia è a un passo dalla guerra civile. E Muammar Gheddafi, 69 anni e è attualmente irreperibile.
Intanto le organizzazioni dei diritti civili affermano che almeno 233 persone sono rimaste uccise la settimana scorsa durante i disordini nelle province orientali, almeno 60 persone sono morte ieri a Bengasi, altri 50 vittime sono state registrate all’ospedale di Al-Jalaa e altre dieci all’ospedale 7 ottobre. Ai diplomatici stranieri presenti in Libia Bengasi è stata descritta come una “zona di guerra” da funzionari del regime di alto livello, questo per scoraggiare che i rappresentanti stranieri possano andarsene in giro per il Paese. La ricetta Gheddafi per evitare di fare la fine di Mubarak e Ben Alì è stata un uso massiccio della violenza, la repressione della libertà di manifestazione e a quanto pare l’uso di mercenari provenienti da altri paesi africani, che certamente non fraternizzano con i manifestanti come può accadere alle forze di sicurezza.

E l'Italia si contraddistingue per la discrezione con cui segue la vicenda. Gheddafi fa sparare sulla folla? Silenzio: “Non vorrei disturbare”, ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Lo attacca Piero Fassino a nome del Partito Democratico: “Al silenzio assordante del governo italiano di fronte alla sanguinosa repressione in Libia e negli altri Paesi dell’area mediorientale, si aggiunge oggi la dichiarazione a dir poco sconcertante di Silvio Berlusconi che ci dice di non voler “disturbare” Gheddafi per quelle decine di morti rimasti sulle strade della protesta a Bengasi e Tripoli” . “Siamo di fronte – prosegue Fassino- all’ennesima dimostrazione di dilettantismo di questa maggioranza anche in politica estera e del sempre più vistoso declassamento del profilo dell’Italia nel consesso delle Nazioni che contano. Per questo chiediamo finalmente una ferma e chiara presa di posizione del ministro degli Esteri Frattini per far cessare la repressione ad opera delle truppe speciali del governo di Tripoli. Inoltre chiediamo al ministro di venire in Parlamento per fornire un’informazione dettagliata sugli analoghi, gravi fatti di violenza negli altri Paesi del mondo arabo. L’Italia – conclude Fassino - si faccia capofila in Europa di una iniziativa politica che imponga il rispetto delle garanzie democratiche laddove queste vengono calpestate sino al sacrificio della vita di civili inermi”.

Leggi tutto: http://beta.partitodemocratico.it/doc/203661/scontri-in-libia-gheddafi-in-fuga-berlusconi-non-vorrei-disturbare.htm