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{jcomments on}letteraMi chiamo Ilaria, sono una studentessa laureanda in Lettere e una vostra elettrice, almeno fino a questo momento.
Vi sto scrivendo sull'onda di un profondo sentimento di sconforto e di smarrimento,provocato dalla lettura dell'intervista di Bersani sul quotidiano "La Padania".
La questione non è il federalismo e nemmeno la possibilità di mantenere un dialogo civile con chi ha opinioni diverse dalle mie, dalle nostre, ma ciò che mi ha profondamente scosso è l'affermazione che riguarda la natura razzista della Lega. La Lega Nord è un movimento, un partito profondamente razzista, che non dovrebbe nemmeno esistere proprio per il suo carattere anti-democratico e che contrasta con i più basilari principi di uguaglianza, solidarietà e tutela delle minoranze che spero siano ancora validi in un paese come il nostro, a prescindere da tutto, ancora democratico.

Come può Bersani, che fin ora stimavo moltissimo, affermare che la Lega non sia un partito razzista? Come può il PD pensare di avere come "alleata"  la Lega nel movimento che contrasta lo strapotere mediatico, culturale e politico di Berlusconi?
Non metto in dubbio che, forse, a una singola cittadina inesperta come me possono sfuggire le logiche più ampie che guidano i movimenti di un partito nel contesto della politica nazionale, ma mi piace pensare che fare politica sia, ancora oggi, portare avanti determinati ideali da realizzzare nella concretezza della società, pensare in un orizzonte  ampio e di lunga durata, che trascenda il modo per far cadere Berlusconi.
Mi rendo anche conto del fatto che, senza la dimissioni, è impossibile poter realizzare un qualunque progetto alternativo, ma la visione troppo contingente, troppo ridotta, legata solo alla fine di questo governo rischia di sottrarre prospettive future a chi ha la mia età.
Ho quasi 22 anni e da che ho memoria "storica" ho solo il ricordo di Berlusconi, sono cresciuta dentro a questo contesto e grazie alla mia famiglia, agli studi che ho fatto sono riuscita a sviluppare degli strumenti crtici che mi permettano di vedere al di là del teatrino che la televisione costruisce ogni giorno, mi rendo conto che il compito di contrastare questa forma mentis, ormai così radicata, sia arduo. Continua però a sfuggirmi il perchè dell'affermazione riguardante la Lega.
Se non prendiamo delle distanze nette da partiti di questo tipo, si perde il senso stesso della politica, della diversità fra noi e loro, si rischia di dare ragione a quel livellamento tanto caro ai qualunquisti, per cui "Sono tutti uguali, attaccati al potere, pronti a tutto per vincere". Io sono convinta che non siano tutti uguali, che ci sia ancora una forte differenza, che siate riusciti a sottrarvi alla viscosa pozza berlusconiana che sembra risucchiare tutto ciò con cui entra in contatto.
Non posso ammettere che il segretario del partito a cui ho fin ora fatto riferimento, sostenga che la Lega NON è un partito razzista, perchè significa aver chiuso gli occhi e le orecchie di fronte a una lunga serie di affermazioni agghiaccianti e xenofobe che costellano la storia, sopratutto recentissima, della Lega.

Vi scrivo perchè mi piacerebbe avere una spiegazione valida per giustificare tale affermazione. Forse mi sto rivolgendo agli interlocutori sbagliati, mi piacerebbe avere la possibilità di scrivere al diretto interessato, ma  non credo sia possibile in alcun modo e dunque provo a rivolgere a voi il mio quesito.
Sper di essere riuscita a mostrare chiaramente il mio dilemma!

Vi ringrazio molto per la pazienza che avrete nel rispondere,
Ilaria