La Giunta ha approvato il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica per la totale ricostruzione della scuola secondaria di primo grado Bellani. Un’operazione dal valore complessivo di 11 milioni di euro, finanziati con risorse proprie del Comune, che consisterà demolizione dell’attuale edificio, risalente al 1967, e la sua sostituzione in loco con uno nuovo.
L’inizio della fase di abbattimento e costruzione è previsto, a seguito di alcune bonifiche necessarie, per l’inizio del 2025. I lavori dovrebbero dunque terminare entro il 2026.
Il nuovo edificio avrà un impianto architettonico composto da due corpi di fabbrica sfalsati di mezzo piano e orientati lungo l’asse nord-sud, connessi tra loro dal corpo scale-ascensore. Alle due estremità nord e sud saranno presenti due blocchi contenenti i locali di servizio. Il blocco sud svolgerà inoltre la funzione di connessione alla palestra già esistente, che, essendo più recente ed esente dalle problematiche dell’attuale edificio principale, non sarà coinvolta dagli interventi di smantellamento.
Oltre a essere efficiente dal punto di vista energetico, la struttura offrirà anche numerosi spazi all’avanguardia per i bisogni degli studenti. Complessivamente, sarà dotata di una mensa in grado di ospitare 90 persone in un solo turno, spazi amministrativi, 21 aule dimensionate per 25 alunni, 6 stanze per attività musicali e di sostegno, due laboratori di arte e due di informatica, spazi per studio e sostegno, un’aula conferenze con capacità di 160 posti e accessibile autonomamente dall’esterno, una biblioteca diffusa e servizi per alunni e personale scolastico.
La realizzazione della nuova scuola Bellani, come spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti, già studente dell’istituto, rappresenta “un intervento che va nella direzione delle priorità stabilite dal programma elettorale: l’edilizia scolastica, perché è qui che si formano i nuovi cittadini”.
Il progetto, però, non si limita unicamente al plesso scolastico, bensì si interfaccia attivamente anche con il suo contesto territoriale, quello di Regina Pacis. L’obiettivo, infatti, è quello di creare un luogo identitario, connesso con il quartiere e aperto alla sua cittadinanza. Due esempi concreti di questo approccio sono la creazione di un collegamento che permetterà di raggiungere in modo sicuro il vicino oratorio e dell’agorà, una piazza aperta a disposizione dei cittadini che si inserirà tra le aree della scuola e della parrocchia.
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