Il sindaco Roberto Scanagatti è ancora più indaffarato da quando ricopre anche la carica di presidente di Anci Lombardia. A noi, che riesca a tener fede a tutti gli impegni con costanza e determinazione, sempre preparato, pare impossibile. Ma “Basta organizzarsi”, spiega lui serafico.
Dopo questi due anni (quasi e mezzo) di mandato, che bilancio possiamo fare da un punto di vista personale?
Veder concretizzati diversi progetti che negli anni precedenti erano stati solo proposti, abbozzati: sicuramente questo rientra nelle soddisfazioni più grandi. Non parlo solo di fatti concreti, ma anche di idee che diventano poi atti amministrativi da compiere effettivamente.
Ad esempio?
Una su tutte, la questione della Villa Reale. Si è riusciti a modificare il rapporto impostato originariamente. La Villa è tornata ad essere un luogo della città, dei cittadini. Il tema della partecipazione è sempre stato molto sentito, trattato in maniera concreta. Ecco, dal punto di vista personale posso dire che mi gratifica l’aver messo Monza al centro dell’attenzione, ma per elementi ed avvenimenti positivi. Anche in passato i riflettori erano accesi sulla città, ma negativamente, a causa di numerosi elementi di scontro.
Macchie negative all’interno di questo bilancio?
Sono completamente immerso nel lavoro, a pagarne le conseguenze sono gli affetti. Si cerca di passare insieme momenti di qualità non appena ne ho l’occasione.
Al giro di boa del periodo di mandato, quasi, visto che i due anni si sono conclusi a maggio, quali possono essere un paio di esempi, prioritari, di progetti realizzati?
Abbiamo rimesso le persone al centro, non le cose. Ci siamo dati, all’inizio, determinati obiettivi: che li abbiamo raggiunti tutti possono rendersene conto. Abbiamo smesso di parlare di urbanistica per dare ascolto ai bisogni. Abbiamo mantenuto costante la spesa per il sociale, nonostante i tagli dal governo. Abbiamo lavorato per rendere la città più attrattiva in vista di Expo quando ancora Expo non era di moda: voglio ricordare che il nostro protocollo di intesa risale al dicembre 2012. Abbiamo poi risistemato Viale Lombardia e aperto il Museo civico nella Casa degli Umiliati: anche quelli sono stati momenti di grande emozione e soddisfazione
Progetti che invece non sono ancora stati realizzati?
La crisi ha ridotto gli investimenti e le disponibilità economiche a effettuare tanti interventi. I soldi per sistemare le scuole, le strade e i marciapiedi li troviamo sempre, ma si procede ormai a fatica.
Qual è il rapporto che ha instaurato con la giunta?
Abbiamo dimostrato che questa è una giunta vera, una vera squadra. Ognuno gioca la sua parte e lo fa senza risparmiare tempo ed energie. Certo, all’inizio amalgamare esperienze e personalità disparate non è stato semplice.
Ci sono mai stati problemi?
La mancanza di esperienza, a volte, può portare a sottovalutare determinati aspetti. Al contrario, un’esperienza eccessiva può portare ad atteggiamenti di chiusura nei confronti delle novità, dell’innovazione. Ma il nostro metodo di lavoro è basato sul confronto, è così che poi arriviamo a mediare le posizioni e a scegliere. Gli assessori non hanno mai lavorato solo per se stessi o per la propria città: sono stati in grado di creare relazioni e rapporti con altri comuni e altri enti.
Qual è invece il rapporto con l’opposizione in consiglio comunale?
Si tratta di un consiglio comunale profondamente rinnovato: sono arrivate tante forze nuove, tanti giovani, che hanno aiutato a dissipare i veleni e le tensioni che ci portavamo dietro da una decina d’anni. Questo consiglio è molto meno conflittuale di quelli precedenti e molto più impegnato nella discussione vera: è un fatto positivo. Certo, l’opposizione fa il suo mestiere cercando di metterci in difficoltà, ma numerose volte abbiamo modificato delle delibere in base alla loro volontà. Si pensi agli emendamenti che abbiamo accolto nella discussione del bilancio o al regolamento del consiglio comunale stesso.
Come si trova, invece, con la maggioranza?
Siamo in ottimi rapporti, ringrazio i membri per il sostegno e l’atteggiamento interlocutorio con cui affrontano sempre le sedute.
Passiamo ora al partito: siamo alla vigilia dell’elezione del nuovo segretario cittadino.
Mi è molto spiaciuto che Alessandro Mitola abbia deciso di dimettersi, ma capisco le sue ragioni. È stato assolutamente in grado di interpretare il suo ruolo. Auguro a chi vincerà, tra i due in corsa per la poltrona, di saper lavorare nel solco dell’operato di Mitola.
Quali sono i progetti futuri per la città di Monza?
Expo è la sfida più grande.
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