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LorenzoGentile

Abbiamo intervistato Lorenzo Gentile. Genovese di nascita, ma residente a Monza fin dall’infanzia, a 23 anni è il più giovane consigliere comunale del gruppo consiliare del Partito Democratico di Monza.

Di seguito riportiamo alcuni dei punti più salienti dell’intervista.

Quando nasce il tuo impegno politico?

Il mio impegno politico nasce durante il periodo del COVID. Ricordo come la prima conferenza stampa di Conte, in cui annunciava le misure pandemiche, mi abbia colpito. Perché in quel momento ho realizzato che, di fatto, il mondo politico è quello che più può prendere decisioni di vicinanza al cittadino, talvolta impattandone anche la vita quotidiana.

Allora mi sono chiesto quale potesse essere il contributo che potevo dare. Mi sono reso conto che la Monza in cui vivevo non era una Monza a misura di giovane, cosa che penso qualunque persona tra i 15 e i 30 anni possa constatare. E dunque ho compreso che la mia esperienza doveva per forza di cose partire dal Comune.

Così, ho iniziato il mio percorso: mi sono iscritto al PD nell’ottobre del 2020, nel 2022 sono diventato prima segretario della giovanile, e poi mi sono candidato come consigliere alle amministrative, riuscendo a essere eletto.

Perché il PD, e non un’altra formazione? Il PD notoriamente non è un partito giovanissimo, soprattutto a Monza.

No, non è giovanissimo, però è un partito di centro-sinistra. Io, dal punto di vista ideologico, mi ritengo di sinistra. Ho reputato il PD come il miglior partito per potere iniziare a fare politica sul territorio, perché ero consapevole di quanto fosse ben radicato e presente localmente. Il risultato elettorale di due anni fa lo dimostra: abbiamo preso il 24% contro un 19% nazionale. Questo è simbolo di un forte legame col territorio, cosa che ritengo sia fondamentale quando si vuole fare politica.

La prima volta che sei entrato in Consiglio Comunale, qual è la cosa che ti ha colpito maggiormente?

Il senso istituzionale che trasmette. Prima di essere eletto, avevo già avuto altre occasioni di rappresentanza: ero stato rappresentante d’istituto al liceo e rappresentante degli studenti all’università. Però, come impatto e sensazione, nulla è minimamente comparabile con il primo ingresso nell’aula del Consiglio.

Fuori ci sono gli agenti della polizia locale, all’inizio della seduta si ascolta l’inno nazionale, sono esposte la foto del Presidente della Repubblica e le bandiere dell’Italia, dell’Europa e di Monza. Queste sono tutte cose che ti fanno capire che non si è più in un ambito informale, ma che si sta affrontando qualcosa di molto serio.

Due soddisfazioni e due delusioni in questi due anni di attività amministrativa.

Una soddisfazione è stata sicuramente l’approvazione del mio ordine del giorno sul rimborso forfettario per i tirocinanti del Comune. Prima questo rimborso era di 300 euro; con il mio ordine del giorno, mediando con il Vicesindaco, siamo riusciti a portarlo a 400.

Un altro grande successo, un po’ più recente, è stato poi l’approvazione all’unanimità della mia mozione su Ilaria Salis. Perché, anche guardando la reazione della politica nazionale, non era affatto scontata. Quindi ho apprezzato molto il fatto che ci sia stato un interessamento anche da parte della minoranza.

L’unica delusione è stata invece quella legata alla mozione presentata dal consigliere Piffer sulla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali. In quel caso, l’indicazione del partito è stata, dopo una discussione interna, quella di libertà di voto. Io ho deciso di astenermi dal voto, nonostante fossi favorevole. In quel momento ho applicato il principio di equilibrio tra il partito e gli elettori, agendo anche secondo la mia coscienza. E l’astensione mi è sembrata il voto più appropriato in quella occasione.

Da qui a due anni e mezzo, qual è un obiettivo per la città di Monza che vorresti portare a casa?

Dunque, c’è questo mio grande sogno nel cassetto, che potrebbe sembrare banale: la discoteca comunale.

Monza è al centoquattresimo posto tra le province d’Italia per quanto riguarda i temi dell’intrattenimento e dello svago per i giovani. Questo è un argomento abbastanza delicato, perché, vissuta da ventitreenne, allo stato attuale la situazione in città è drammatica. Nel weekend è difficile trovare qualcosa di diverso, di nuovo, restando nei confini della nostra città. È alquanto assurdo che una città di 120.000 abitanti non sia in grado di fornire attività di questo tipo a una generazione che ne ha tanto bisogno.

Io ho vissuto in pieno gli anni del COVID; è iniziato che io ero in quinta liceo. Ho finito il liceo e passato i primi due anni di università tra zone rosse e arancioni. Quindi so cosa vuol dire avere bisogno di sfogarsi, e credo che la discoteca comunale possa essere un buon primo passo.

Da 1 a 10, se dovessi dare un voto alla Giunta di Paolo Pilotto, quale daresti?

Se dovessi dare un voto, direi un buon 8.

So che può sembrare che non si stia facendo niente, però ci sono una marea di grandi opere e interventi che sono stati fatti in questi due anni. Purtroppo, talvolta possono passare quasi in sordina perché non sono cose che si vedono nella quotidianità, come invece possono essere una buca o un lampione. Però sono interventi che la nostra città chiedeva a gran voce, e che sono stati finalmente fatti. Quindi c’è da darne oggettivamente atto.

È possibile guardare il video completo dell’intervista sul nostro canale YouTube:

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