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Si è tenuta martedì mattina, presso la Casa della Cultura di Milano, la presentazione di un documento di impegno, stilato dal Coordinamento dei Comitati pendolari della regione Lombardia, per migliorare il servizio i trasporto pubblico.

Non solo, quindi, un j'accuse sull'attuale livello di servizio, ma il tentativo per passare ad una nuova fase capace di riallacciare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, da tempo interrotto.

Tra i primi ad aderire all'appello Francesco Prina, Stefano Tosi e Carlo Porcari che vedono nella proposta del Coordinamento un salto qualitativo rispetto alle azioni messe in campo da Regione Lombardia in questi anni.

"Lo scopo del documento - dicono i consiglieri democratici - ci sembra quello di stabilire un metodo di lavoro comune, continuativo ed operativo con quanti dovranno, nei prossimi anni, governare i processi utili ad arrivare ad un Sistema Ferroviario Regionale funzionale, efficace e rispettoso delle esigenze, dei diritti e della dignità dei passeggeri".

Il documento si pone alcuni obiettivi che puntano a ribaltare la più volte sbandierata efficienza del servizio ferroviario, fatta in questi anni da Regione Lombardia, che è invece risultata fortemente penalizzante per i viaggiatori. "Il pendolare - proseguono i consiglieri del PD - è il soggetto centrale intorno cui far ruotare il sistema delle decisioni e questo ci sembra un punto di partenza fondamentale. E' del tutto legittimo chiedere, come fa il Coordinamento: la concertazione degli standard minimi, di lavorare sulle priorità espresse dagli utenti, l'introduzione di penalità per il gestore tali di abbattere i disservizi, la revisione del sistema sanzionatorio, l'effettiva trasparenza e il monitoraggio costante degli standard di servizio. Lo sosteniamo da anni. D'altro canto, e lo diciamo alla Giunta uscente, quelli passati sono stati anni di passione per i pendolari lombardi e nessuno deve stupirsi della forza delle richieste avanzate, perché tentano solo di ristabilire un corretto rapporto tra utente e servizio pubblico".

 

 

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