Provate a immaginare se l'avesse fatto il governo Renzi, oppure Gentiloni, oppure Letta. Persino il governo Berlusconi. No, a farlo sono stati i 5 Stelle. A fare cosa? A schedare con un dossier l'orientamento politico di 30 scienziati del Consiglio Superiore di Sanità e poi allontanarli in blocco. Un'epurazione del cambiamento, insomma.
Ma non c'è da scherzare. L'allontanamento di 30 scienziati di fama internazionale dal Consiglio superiore di Sanità non è una cosa da sottovalutare. Per questo il Pd si è subito mobilitato con un’interrogazione alla ministra Giulia Grillo, sia alla Camera che al Senato, perché “è inquietante che una ministra della Repubblica compia scelte per il Paese, per le persone, per la sanità pubblica, sulla base di supposti orientamenti politici e non di qualità professionali. Così tradisce la Costituzione su cui ha giurato”.
I fatti sono ormai noti: sul quotidiano La Repubblica, che cita due fonti dei Cinque Stelle, si racconta che il ministro Grillo, nelle settimane passate, avrebbe richiesto alla capogruppo della commissione Sanità alla Camera, di redigere un documento per definire le sorti professionali dei trenta. L’esito è impietoso: fuori tutti dal Consiglio superiore, in particolare gli scienziati che hanno un passato politico oppure i loro familiari. Dove hanno preso le informazioni sui luminari? Il documento sembra essere stato ispirato da fonti aperte, tipo Positanonews, e ha messo nel mirino sei membri su trenta. Il ministro Grillo candidamente non smentisce ma anzi ammette la ricostruzione arrivando a dire “ho solo chiesto una verifica sulle precedenti nomine, mi sembra giusto” e aggiunge “il passato politico personale dovrebbe entrare per legge nei curriculum vitae”.
Inutile specificare trattarsi di un precedente pericoloso non degno di una democrazia occidentale ed europea che, infatti, ha fatto giustamente sobbalzare le opposizioni.
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