“Le istituzioni possono essere modificate, adeguate. In altre parole, riformate. Perché sappiamo che il mondo cambia e anche le istituzioni possono e devono cambiare. Perché sappiamo che senza un’adeguata manutenzione istituzionale, la politica si trasforma in antipolitica”.
Così le Acli annunciano il proprio sostegno alla riforma costituzionale che sarà sottoposta al referendum del 4 dicembre. Un Sì esplicito, quello proveniente dalle Associazioni cristiane dei lavoratori, ma pronunciato con il rispetto della pluralità di posizioni interne agli oltre 800mila iscritti, che si sono a lungo confrontati – e continueranno a farlo – in oltre cento assemblee locali dedicate proprio alla riforma.
La decisione – come ha chiarito in una conferenza stampa il presidente Roberto Rossini – è stata assunta dalla direzione nazionale delle Acli, su proposta della presidenza, alla luce dell’orientamento “diffusamente condiviso” emerso proprio in questi appuntamenti. Nel documento approvato dagli organi dirigenti, si critica “un atteggiamento di ostinata opposizione a ogni forma di cambiamento” che emerge tra gli oppositori della riforma e si invita a non trasformare la campagna referendaria in “un terreno di scontro tra i sostenitori e i detrattori del Governo, ma un momento di confronto democratico e di coinvolgimento di tutti i cittadini”.
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