Sabato pomeriggio presso il Centro Civico Libertà si è tenuto il previsto incontro sulla Legge 107/15 meglio conosciuta come “Buona Scuola" dopo l’inizio della stagione scolastica.
Ricco il tavolo dei relatori: l’insegnante Paolo Pilotto, raffinato mediatore, ha guidato il dibattito tra Aldo Melzi, Dirigente scolastico dell’ITCG Mapelli, la signora Stefania Balliana, rappresentante dei genitori monzesi, la deputata Pd Simona Malpezzi e il deputato Pd Roberto Rampi, entrambi membri della Commissione Cultura in Parlamento.
Dopo una breve introduzione di Paolo Pilotto che presenta gli ospiti intervenuti, sottolineando l’importanza dell’eterogeneità dei relatori e ricordando quanto il lavoro dell’insegnante sia ancora un lavoro di tipo vocazionale, ricorda alla platea il fatto che il mondo della scuola non possa cambiare con una legge e che tale legge abbia avuto durante la sua gestazione aspettative troppo alte e critiche troppo forti.
Il dibattito viene aperto dal Preside Aldo Melzi che si rivolge ai due deputati contento di potersi confrontare con chi fa le leggi. E’ abbastanza critico sul fatto che la legge nella sua travagliata nascita abbia creato una sorta di contrapposizione tra presidi ed insegnanti, inserendo nel dibattito quella figura del preside sceriffo che è poco veritiera. Egli inoltre si dispiace che questa legge non abbia toccato la didattica e del fatto che il ruolo dei DS sia ancor troppo burocratizzato mentre lui si aspettava la trasformazione del preside da burocrate a leader didattico.
I presidi non hanno tempo di occuparsi di didattica , troppi occupati da scartoffie perdendo così il polso di quel che accade in classe, nelle propria scuola. Le scuole sono sommerse di contenziosi, ricorsi, burocrazia e forse la Buona Scuola avrebbe dovuto togliere un po’ di burocrazia magari trasferendo parte dei poteri burocratici dai presidi ai DSGA ( i vecchi segretari di un tempo)
Mancano, secondo il Preside, delle figure intermedie che lavorino e si occupino di quelle attività un tempo onere dei vecchi provveditorati ed oggi trasferite alle scuole.
Bene l’organico potenziato perché nel caso della sua scuola potrà potenziare i laboratori e le lingue.
Terminato l’intervento del Dirigente Scolastico, la parola viene data alla rappresentante dei genitori, cioè di chi, come sottolinea la signora Stefania, le riforme le subisce.
La signora, madre di tre figli, due dei quali in età di primaria, appare molto scontenta della riforma e sottolinea come i suoi bambini non abbiano ancora l’insegnante di italiano, anzi dall’inizio dell’anno siano stati sballottati da una classe all’altra, seguiti ogni giorno da una maestra diversa . Che senso ha, si chiede la signora, iniziare la scuola se mancano i professori e le maestre e quanto questa instabilità occupazionale si trasferirà sui nostri bambini?
Dopo questo intervento accorato del genitore, prima di passare la parola ai due deputati, Paolo Pilotto ricorda come questo debba essere letto come un anno di transizione e che attualmente ci siano due scuole : la scuola che c’è ed è in movimento e la scuola della 107 che si sta delineando in modo sempre più concreto. La sovrapposizione di queste due realtà porta a quella instabilità di cui parlava la signora.
Prende la parola Roberto Rampi, deputato Pd e membro della Commissione Cultura che si è occupata della redazione della legge 107. Rampi sottolinea il fatto che il genitore precedentemente intervenuto inconsapevolmente ha spiegato le ragioni della nascita di questa legge. Proprio per togliere quelle incertezze e instabilità finora raccontate .
La scuola infatti ha sempre funzionato con l’uso delle graduatorie, metodo molto oggettivo ma che ha creato un meccanismo perverso che ha impedito l’arrivo corretto in classe degli insegnanti. L’ eliminazione delle graduatorie ad esaurimento con l’assunzione degli insegnanti , caposaldo della legge 107, prevede appunto la fine di questo meccanismo perverso .
Altro nodo importante della legge è la figura del preside; secondo molti infatti questa legge avrebbe dato poteri incredibili a queste figure. In realtà la legge promuove tale figura più come un direttore di orchestra che come uno sceriffo. Il preside organizzerà i suoi talenti, li armonizzerà proprio come un direttore di orchestra con i suoi musicisti. La collegialità delle decisioni rimane forte e chiara nella Legge. Nessun super potere solo la possibilità di mettere mano alle graduatorie, testando un nuovo metodo di reclutamento, dando ai presidi l’opportunità di scegliere l’insegnante più adatto per la propria scuola, per quella specifica classe.
La discrezionalità è un valore aggiunto tanto quanto l’autonomia scolastica, altro cardine delle legge. E’ un tentativo di riconoscere che proprio quella vocazione ad insegnare di cui parlava all’inizio Pilotto è un punto di forza della nostra scuola non un anello debole. Perché la scuola è l’anello piu’ importante dello Stato nel tentativo di ricostruire una cultura pubblica. La scuola non è un’impresa ma investe sul capitale umano del paese. Una scuola meno delle circolari, delle fotocopie, della burocrazia e più delle persone.
Questa legge riporta la scuola al centro dell’interesse del governo e dell’Italia e vede invertire la rotta sulle risorse rimettendo i soldi sulla scuola e questa non è una cosa così scontata ..
Questo è un anno di transizione di assestamento e di progressività ma già a gennaio si potranno vedere i primi frutti di questa legge nel bene della scuola.
Questo medesimo ragionamento viene portato avanti anche dalla deputata Simona Malpezzi, insegnante di lettere, convinta sostenitrice di questa legge.
La deputata ricorda quanto sia cambiata nel corso delle varie letture tra Camera e Senato la legge 107 come per esempio nel caso delle quattro fasi di assunzione inserite più avanti ed altre modifiche accettate pur di portare a casa questa legge e non perdere i tanti soldi stanziati.
Siamo ancora in una fase di assestamento, di scossoni per eliminare una volta per tutte gli aventi diritto, i precari, le gae ( graduatorie ad esaurimento). La deputata ricorda inoltre come quest’anno si è voluto venire incontro ai docenti che si sarebbero dovuti spostare in un’altra regione poiché in effetti la maggior parte degli studenti risiede al Centro Nord. Questa possibilità data ai docenti di rimanere ancora un anno nella scuola sotto casa ha portato questa instabilità, questa roulette di insegnanti su una stessa classe…un anno soltanto però perche se continueranno a preferire la supplenza sotto casa allora significa che preferiscono la precarietà non il posto fisso che lo Stato sta offrendo loro.
Continua la deputata : I giornali hanno parlato di deportazione ma forse è il caso di dire che è stata messa in atto volutamente una mistificazione , che il racconto è un altro.
Avere tutto gli insegnanti non dovrà più essere una questione di fortuna ma un diritto per tutti gli studenti .
In risposta al preside Melzi Simona Malpezzi ribadisce di come il Pd creda nella peculiarità dei DS come leader educativi e che l’obiettivo, anche attraverso la Legge Madia sulla riforma della Pubblica Amministrazione, è proprio quello di sburocratizzare il lavoro dl preside, alleggerendo il lavoro amministrativo nella gestione della scuola.
L’incontro prosegue con alcune domande poste dal pubblico in sala presidi, genitori, gente comune. Le domande principali riguardano il Concorso che sarà aperto ai soli abilitati poiché la nostra Costituzione afferma che per entrare in ruolo occorra fare e superare un Concorso.
Il Pd ha avuto il coraggio di mettere mano dove gli altri non avevano fatto per paura di perdere consensi, il coraggio dei fischi, la necessità di andare avanti. Il Pd dovrebbe dunque rivendicare con forza che sono state messe finalmente delle risorse economiche in campo per la scuola. Tante risorse per le scuole, per gli insegnanti, per nuovi progetti.
Dopo due ore di discussione, dibattito, confronto Paolo Pilotto termina l’incontro con una promessa: di rivedersi a Gennaio per fare un altro punto della situazione ed invitando stavolta anche gli studenti. Un alto importante punto di vista
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