"Nel caso dunque che in futuro intendiate ancora interrogare l'Assessore alla Cultura e questa Amministrazione, pensando voi di identificare in qualche libro della nostra Biblioteca un germe di "attentato alla famiglia", vi risparmio del tempo per la ricerca. Nel caso, per esempio, voi pensiate anche alla "propaganda dell' uxoricidio", "propaganda del figlicidio", "propaganda del parricidio", in Biblioteca abbiamo: 2 copie di “Barbablù”; 3 copie di “Medea” (1 di Seneca e 2 di Euripide); 3 copie de "I fratelli Karamazov". Dimenticavo la "propaganda dell'adulterio": 3 copie di "Anna Karenina" e 2 anche in DVD !”.
Quando si dice che ne uccide più la penna che la spada.
Si chiude con le parole sopra riportate la risposta di Beatrice Rigamonti, Assessore alla cultura del comune di Carate Brianza, all’interrogazione fatta da uno zelante consigliere comunale del PDL, latore delle proteste di alcuni genitori, per la presenza, nella biblioteca comunale, di un testo dal titolo “Due mamme” dedicato alla spiegazione, ai bambini, della omogenitorialità.
Un libro, come altri presenti nella biblioteca, con la funzione - tra le altre cose - come la stessa Rigamonti ha precisato nella sua risposta, di “spiegare differenze o telematiche che i bambini possono incontrare nella loro quotidianità, per esempio tra compagni di scuola” e dalle quali nascono domande alle quali è giusto dare una risposta.
Libro considerato, dal consigliere del PdL, una sorta di "attentato alla famiglia" quando non anche "propaganda della famiglia omosessuale".
Ma tutta la risposta – che potete leggere nel testo integrale a questo link – con i suoi richiami alla funzione della cultura, dell’istruzione e della libertà di espressione, è un’ intelligente e arguta lezione di tolleranza, buon senso e democrazia.
E anche di significato delle parole.
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