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ParcoNelle tantissime iniziative della Sagra di S. Giovanni, l'Associazione Novaluna ha voluto offrire alla cittadinanza una vera e propria "lezione" sul paesaggio urbano. A tenerla, nella Sala dell'Oasi di S. Gerardino (colma di persone) è nientemeno che Andreas Kipar uno dei maggiori "esperti" a livello mondiale riguardo alla progettazione degli spazi aperti con il suo studio eteam "Landnonchè responsabile dell'attuale progetto di riqualificazione dell'area sovrastante il tunnel di Viale Lombardia a S.Fruttuoso.

Tedesco di nascita ma italiano di adozione, Kipar per trent'anni si è occupato del nostro paese e dei progetti di riconversione ambientale per quello che ha definito "l'Italia come il giardino d'Europa".

Kipar ha svolto la sua efficace relazione con alcune definizioni del significato di "paesaggio", non inteso come semplice ornamento e abbellimento, ma come parte integrante e dinamica del territorio e di noi stessi..."il paesaggio è quello che noi siamo nel trattare il nostro territorio".

Ha citato il Sindaco di Torino Fassino, quando ha voluto affermare il forte legame tra amhiente-spazi aperti-cultura: "la cultura non è un fattore aggiuntivo ma costitutivo di ogni forma di sviluppo".

Ha concluso la sua premessa generale, sottolienando come  -forse -  stiamo finalmente uscendo da un lungo periodo oscuro che ha banalizzato il rapporto con il territorio e l'idea di sviluppo: "un capannone - tanti capannoni, una casa-tante case". Si apre una fase nella quale lui stesso si augura che, al più presto, cessi la principale e vera guerra che da anni si sta combattendo: quella dell'uomo contro la natura.

Introducendo la riflessione sul nostro territorio, Kipar ha definito la Brianza come "il paesaggio inteso come spazio per i luoghi" che per noi  sono,  in particolare, ville e chiese..

Una Brianza caratterizzata da tre fattori: l'acqua, i parchi, le ville; un territorio nel quale è possibile avvviare un grande "cantiere di energie, di cultura, di relazioni".

Ha poi definito il Parco come un  luogo aperto (le mure le contengono) alla "coltivazione del paesaggio" interno e circostante. Un contenitore  nel quale passare dalla consumazione alla "produzione" di energie e idee, un luogo dove attivare "processi" di cambiamento. Un Parco che non è mai uguale a se stesso e che cambia nel tempo. Un Parco che, abbattendo le mura, deve entrare in relazione e connessione con altri spazi aperti della città ma anche del territorio sovracomunale: il Parco della  Valle del Lambro, quello della Bicocca e il Parco Nord.

Questo significherebbe anche ridare vita ad un Lambro oggi tristemente cementificato, rilanciare lo scopo vitale delle aree agricole, completare il progetto di superficie previsto del "Parco di S.Fruttuoso".

Riguardo alla Villa Reale, Kipar ha fatto  solo alcune "eleganti" provocazioni: il rimpianto progetto Carbonara - il voler capire perchè la gente va e conosce Venaria e non viene a Monza - la necessità di scegliere se i nostri riferimenti sono  Schonbrunn a Vienna, la Reggia di Caserta, Venaria Reale,  valorizzando così una città sottovalutata come Monza, oppure se stare su un livello provinciale e riempitivo di basso cabotaggio.

Infine Kipar ha fatto alcune "provocazioni" culturali e metodologiche: fare spazio ai giovani come proragonisti e agli anziani come consiglieri - "basta progetti ma piantiamo alberi "- un invito a cittadini e agli  amministratori "a passeggiare"....perchè prima di decidere devono conoscere "andare lì sul posto" e, anche per questo, ci ha lasciato con l'impegno a rivederci a Settembre per una passeggiata insieme a lui nel Parco e nella città.

Nota finale: la qualità e il senso delle idee esposte e delle fattibilità esemplificate andrebbero raccolte dalla nostra Amministrazione, dal Consorzio e dal nostro partito affinchè ci sia dia finalmente un disegno complessivo che oggi non c'è e, dall'altra parte, è necessario che associazioni e cittadini non si tirino fuori ma partecipino positivamente  a questo processo lungo ma fondamentale di cambiamento.

 

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