Il giornale www.ildialogodimonza.it ha reso noto il risultato di un appello rivolto ai suoi lettori e ai cittadini - e in particolare ai protagonisti del Terzo Settore - con lo scopo di raccogliere proposte riguardanti la imminente riforma del Terzo Settore annunciata dal governo.
Un risultato che, partendo da cinque proposte formulate dalla redazione del giornale, si è concretizzato in otto proposte tutte basate su una filosofia di fondo che concepisce un sistema di welfare fondato sulla persona e su reti di collaborazione fra diversi soggetti che operano nell’ambito politico, sociale ed economico.
Le otto proposte individuate a seguito della dalla consultazione sono state:
1. La introduzione di un servizio civile obbligatorio, possibilmente su base europea, per giovani di ambo i sessi fra 21 – 30 anni. Durata 10/12 mesi;
2. Incentivi fiscali agli enti privati, sia profit che no profit, che partecipano a progetti a forte impatto sociale e di welfare di comunità;
3. Introduzione di nuovi strumenti finanziari, come ad esempio l’impact social bond, in grado di finanziare imprese e progetti sociali che dimostrano di essere economicamente sostenibili e vantaggiose per la comunità;
4. Riduzione della tassazione sui profitti delle imprese che inseriscano nel proprio statuto di destinare una quota degli utili a progetti sociali e di valore civico;
5. Contributi previdenziali per il volontario. Per coloro (uomini con più di 60 anni e donne oltre i 55), che hanno perso il lavoro, e non hanno i requisiti per la pensione, offrire l’opportunità di svolgere volontariato sino all’età pensionabile. I contributi previdenziali saranno versati in parte dall’Inps in parte dall’ente ove il volontario offre le prestazioni;
6. Esenzione parziale dell’Iva su acquisti di beni e servizi eseguiti da Onlus;
7. Approfondimento del tema della pena alternativa alla detenzione e della giustizia ripartiva;
8. Introduzione nelle scuole di itinerari formativi che mettano stabilmente in contatto la scuola con il mondo del volontariato inserendo all’interno del percorso di studi degli studenti un’esperienza concreta di “servizio alla Comunità”.
Tra i contributi dati c’è anche quello di Cherubina Bertola Vice Sindaco di Monza e Assessore alle Politiche sociali che ha osservato: “Trovo molto interessante rendere obbligatorio il servizio civile. Credo utile immaginare che “una parte” di questo servizio possa e debba coinvolgere l’ente locale. In pratica penso a un servizio civile obbligatorio che oltre ad una attività sociale, preveda anche un impegno civico e possa contribuire a migliorare la comunità. Mi sembra anche opportuno rendere stabile ed istituzionalizzare il rapporto fra scuola e mondo del volontariato.
Ritengo sia altamente educativo che una quota oraria, anche minimale, debba essere obbligatoriamente impiegata a diffondere fra i giovani al cultura della gratuità e del servizio agli altri. Infine è importante svolgere una riflessione con lo scopo di potenziare e migliorare quegli strumenti che rientrano nell’ambito della Giustizia Riparativa. Penso alle pene riparatorie come quelle previste dal codice della strada. Forse dovremmo ripensare alcuni strumenti soprattutto di verifica riguardo l’efficacia di questi provvedimenti. Un esempio: se una persona è stata condannata per guida in stato di ebbrezza, penso abbia poco senso “condannarlo” a servizi gratuiti di vigilanza al cimitero, mentre avrebbe più significato che questa persona si accostasse alle realtà terapeutiche su alcolismo e dipendenze”.
Anche Giovanna Porro, segretaria Fondazione Monza Insieme ha dichiarato di ritenere indispensabile, per assicurare la coesione sociale in italia, il ripristino del servizio civile obbligatorio.
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