Il governo Renzi ha presentato il 9 aprile scorso il principale strumento per la programmazione dell’economia e della finanza pubblica in Italia. Le misure descritte nel documento possono essere corrette e modificate dal Parlamento. Ecco riportate, in sintesi, le misure economiche presentate nel DEF.
Il taglio del cosiddetto cuneo fiscale
A partire dal prossimo 27 maggio, chi guadagna meno di 25 mila euro lordi all’anno avrà un taglio dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) - cioè la principale imposta che interessa direttamente il reddito complessivo netto degli italiani e dei residenti in Italia – pari a 80 euro al mese. Alla fine dell’anno l’ammontare del taglio varrà praticamente quanto una mensilità supplementare.
Rispetto a quanto annunciato un mese fa, Renzi ha precisato che il governo cercherà di occuparsi anche dei cosiddetti “incapienti”, coloro che non pagano le tasse perché guadagnano meno di 8.000 euro l’anno e che quindi ono escluse dal provvedimento.
Il taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici
I dirigenti pubblici non potranno guadagnare più di 238 mila euro l’anno, pari all’emolumento del Presidente della Repubblica. Renzi ha detto che la misura varrà anche per i manager delle aziende i cui vertici sono nominati dal governo, come le Poste o le Ferrovie dello Stato; restano fuori solo quelli delle aziende quotate in Borsa. La misura dovrebbe portare al risparmio di circa 400 milioni ma «al di là del valore economico conta il significato simbolico».
Sono inoltre previsti un aumento delle tasse sulle banche, un aumento delle tasse sulle rendite finanziarie, il taglio dell’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) del 10 % e nuove privatizzazioni
Le coperture
Per il 2014 le misure previste costeranno 6,7 miliardi di euro ci cui 4,5 miliardi arriveranno dalla Spending Review (revisione dalla spesa) e in particolare dalla riduzione delle spese per l’acquisto di beni e servizi (800 milioni), dal taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici, dalla riforma delle Provincie, dall’abolizione del CNEL. I 2,2 miliardi restanti arriveranno da due misure una tantum: la riscossione dell’IVA sul pagamento dei debiti dello Stato alle imprese e l’aumento delle tasse sulle plusvalenze delle banche nella rivalutazione delle quote della Banca d’Italia.
Debiti pubblica Amministrazione, scuole, piccole e medie imprese, piano casa
13 miliardi sono resi disponibili per il pagamento dei debiti con le imprese che potranno cedere il proprio credito a favore di istituzioni finanziarie. Inoltre 2 miliardi di euro saranno a disposizione di comuni e province e potranno essere usati per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, e oltre 2 miliardi per i prossimi tre anni a un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Saranno invece 1,3 i miliardi di euro per interventi destinati all’acquisto o alla ristrutturazione di immobili.
Crescita PIL (Prodotto Interno Lordo)
Il governo stima una crescita del PIL allo 0,8 per cento per il 2014, inferiore alle previsioni del precedente governo Letta, ”con un graduale avvicinamento al 2 per cento nei prossimi anni”. L’indebitamento netto nel 2014 dovrebbe fermarsi, secondo le stime, al 2,6 per cento del PIL, per poi scendere all’1,8 nel 2015 e allo 0,9 nel 2016.
Certo si può fare meglio sui conti dello stato, sulle provincie, sulla legge elettorale, …….. ma come ben si sa il meglio è nemico del bene e tutti coloro che si schierano per i miglioramenti radicali di fatto sono per l’immobilismo e la conservazione che in questo momento sarebbe devastante. Piuttosto c’è un altro parametro importante spesso dimenticato dagli illustri miglioratori …. Il tempo !
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