Lettera aperta scritta da Roberto Scanagatti
Cari studenti,
ho ascoltato e sto ascoltando con attenzione le vostre rivendicazioni, i motivi della vostra protesta, e mercoledì scorso, quando il vostro corteo si è fermato sotto il mio ufficio, se fossi stato presente avrei avuto piacere di ricevere una vostra delegazione.
Come voi, credo che sia indispensabile potenziare con ogni mezzo la scuola pubblica, che è il punto di partenza per la costruzione del futuro di voi giovani, e, come voi, credo che le politiche di austerità e la logica dei tagli che si sono susseguite negli anni non abbiano aiutato e non stiano aiutando in questa direzione.
E’ necessario però fare anche un po’ di chiarezza, non solo perché molte istituzioni pubbliche, come i Comuni, sono a loro volta vittime delle decisioni del governo e della cosiddetta spending review che colpisce anche il mondo della scuola, ma anche perché all’interno della pubblica amministrazione esistono specifiche competenze che non possono essere confuse.
Voi rivendicate il bisogno di manutenzioni e interventi nei vostri istituti, e avete pienamente ragione: fate bene a denunciare le situazioni critiche che esistono nelle vostre scuole, ma, quando si tratta di istituti secondari, il Comune non ha alcuna competenza.
Gli interventi che voi chiedete, come in generale tutta la manutenzione delle scuole secondarie, spetta infatti completamente alle province.
Diverso il discorso per quanto riguarda l’Istituto d’Arte che, per la sua sede particolare, vede anche il Comune coinvolto negli interventi di recupero e manutenzione: e infatti tra i primi atti dopo il mio insediamento abbiamo inserito nel piano triennale delle opere pubbliche uno stanziamento di 1.100.000 euro per gli anni 2013 e 2014, per la ristrutturazione della sede dell’ISA.
Tengo comunque a ribadirvi la mia più sentita e convinta solidarietà, comprendo le vostre ragioni e condivido tutte le preoccupazioni di una generazione, come la vostra, che si percepisce “senza futuro”.
Vi assicuro tutto il mio impegno per rendere meno difficile la vostra condizione di “giovani” e di studenti, per contribuire a risolvere le criticità della scuola monzese. E, poiché credo fermamente nel valore del dialogo, sono sempre disponibile a confrontarmi con voi.
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