40 passi, non un numero qualsiasi, ma bensì lo spazio che divide oggi le città di Seregno e Meda: una cifra simbolo di come la verde Brianza sia diventata un'unica grande città infinita divisa solo da pochi metri.
La provincia di Monza e Brianza è la seconda provincia più urbanizzata d'Italia dopo quella di Napoli.
La politica degli ultimi anni non ha tenuto conto del consumo di suolo e ha permesso la realizzazione di aree industriali e capannoni molto spesso rimasti sfitti e che hanno cancellato in modo definitivo terreno agricolo.
«La giunta Mariani in questi anni di governo ha avuto come unico obiettivo quello di riversare una colata di cemento sulla nostra città – afferma Roberto Scanagatti – le opposizioni in consiglio comunale, ritrovando compattezza, hanno saputo stoppare un Pgt che avrebbe sconvolto il nostro territorio.
Uno stop arrivato anche dal grande supporto dei cittadini che hanno detto un netto no a questa variante. E saranno gli stessi cittadini a queste prossime elezioni a scegliere fra un'amministrazione come la precedente che ha pensato solo al costruire senza regole o a noi per dare una svolta alla città.
Il nostro obiettivo non sarà sacrificare nuovo territorio, ma costruire su aree dismesse, recuperare il patrimonio immobiliare esistente e approvare varianti con la più ampia partecipazione dei cittadini. Invece di cancellare aree verdi e agricole, costruiremo su aree dismesse, come l'ex-macello.»
Gravi silenzi, sono stati quelli della Provincia, che non ha aperto bocca su quello che stava accadendo a Monza: «La provincia e il suo presidente Allevi non hanno fatto nulla affinché venisse fermato lo scempio deciso dalla giunta Mariani – afferma Domenico Guerriero, consigliere provinciale del Pd – nel ptcp non è stato infatti inserita alcuna modifica al Pgt di Monza, dando il via libera alla colata di cemento su Monza. Fortunatamente è arrivato lo stop in consiglio comunale.»
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