L'ingresso di Renzo Bossi in politica e la sua rapida ascesa come la sua ancor più rapida discesa è stato uno dei maggior casi di nepotismo che la Lega abbia saputo creare. Ma non è che solo la punta di un iceberg che nasconde una giungla di favoritismi molto fitta anche in Brianza.
A partire dalla stirpe Monti: tutto parte dall'onorevole Cesarino, fedelissimo di Umberto Bossi, conosciuto anche come il sindaco sceriffo, governa la piccola cittadina di Lazzate, roccaforte leghista in Brianza. Suo figlio, Andrea, oltre ad essere capogruppo della Lega nord nella città amministrata dal padre è anche assessore al turismo e all'autodromo nella provincia di Monza e Brianza.
Ruolo che gli ha permesso di dare il patrocinio all'associazione “DireFareMangiare” che promuove i prodotti tipici della Brianza, di cui guarda caso è presidente il fratello maggiore Luca.
Ma l'appartenenza allo stretto clan dei padani, da molti vantaggi anche per chi non è parente prossimo: parliamo di Dante Cattaneo, dipendente di Lazzate (Monti), Sindaco leghista di Ceriano Laghetto e collaboratore di Cesarino Monti, passato alle cronache per aver firmato le carte d'identità della sua città con l'inchiostro verde.
Chi alla famiglia (leghista) ci tiene molto, è anche Fabio Meroni, ex sindaco di Lissone, per un certo periodo assessore al Patrimonio della provincia di Monza e Brianza ed ora a Montecitorio: per le prossime comunali di maggio nella sua Lissone ha imposto come candidata la moglie Daniela Ronchi, già assessore alla cultura. Il cognato di Meroni è Maurizio Ronchi, ex sindaco di Brugherio, che si è dovuto dimettere per l'abbandono in massa dei consiglieri comunali della sua città: una scelta quella di Ronchi molto probabilmente calata dall'alto e mai digerita dalla sua stessa maggioranza.
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