Sabato scorso nella Sala Conferenze del “Il Cittadino” si è tenuto un originale Convegno sul tema del “Lavoro che cambia, lavoro che manca: opportunità o minaccia?”
Perché originale? Il tema innanzi tutto: in una fase nella quale tutto il mondo si pone il problema della crescita e della crisi del lavoro, l’iniziativa ha messo al centro la critica del concetto di crescita quantitativa dell’economia e del lavoro contrapponendo tesi che sviluppino invece riduzione e diversità dei consumi così come il ridare senso e qualità al lavoro.
Originale perché, perché forse per la prima volta due difficoltà, Reti di Economia Solidale (DES Brianza) e Sindacato, che si incontrano, si confrontano e si lasciano interrogare da qualche pensiero alto, per capire se vi possano essere percorsi comuni o almeno paralleli per cominciare a "Vivere DEL lavoro, non PER il lavoro".
L’introduzione di Danilo Villa (sindacalista e contemporaneamente responsabile con Sergio Venezia dei DES in Brianza) ha introdotto i lavori presentando il documento (che trovate qui allegato) che affronta la complessità dei temi e i contenuti del confronto.
Pensiamo di stimolare la lettura di tale interessante documento riprendendo alcuni significativi passaggi della stessa:
I DES si sono presentati come soggetti di costruzione di reti solidali,
Una rete di:
- consumatori critici organizzati (i GAS); - promotori di progetti (Cambia Banda, Spiga e Madia; Fotogas, ecc)
Una rete che si pone l’obiettivo di - ·Valorizzazione della dimensione locale-·Economia di giustizia (sostenibilità sociale)- ·Sostenibilità ecologica -·Metodo della partecipazione attiva
La prima domanda forte presentata al sindacato è quella che riguarda il concetto di sviluppo
sostenibile, se questo sia presente nelle riflessioni del sindacato, oltre che essere debole nelle sue pratiche, e se sia possibile anche per il sindacato mantenere la centratura centratura sul cosiddetto "triangolo della sostenibilità":? crescita economica ? sicurezza sociale ? compatibilità ambientale
L'approccio ecologico alla sostenibilità impone una moderazione economica.
La domanda "Quanto è abbastanza" è ineludibile," anche per il sindacato.
Eppure nel sindacato qualcosa si muove.
Un gruppo nazionale e trasversale di sindacalisti di grande livello (Carniti, Morese etc.) hanno messo nero su bianco una loro posizione con un documento intitolato "Vivere del lavoro e non per il lavoro
Pensieri, idee e proposte che riguardano la crisi del sistema economico, il valore del lavoro e le sue
forme, la necessità di metterci su binari nuovi partendo dalla necessità di comprendere due questioni fondamentali: le cause della crisi di questo modello e la necessità di redistribuire il lavoro.
Nel documento si afferma: "Il mito del lavoro è in qualche modo il mito della crescita: quando rallenta siamo presi da un senso di inquietudine, di angoscia ...(viviamo) la crescita come garanzia per noi e per il futuro dei nostri figli, crescita come cose da dare ai figli più che relazioni d'amore, sentimenti."
E ancora: "Il futuro però, verosimilmente è crescita zero: e ciò induce ad uscire dall'individualismo
sfrenato per privilegiare il noi sull'io: volontariato; vicinato, convivialità, nuovi stili di vita" Ripensare al significato del lavoro, ritornando ad essere mezzo e non fine della vita; un lavoro che trovi nell'ozio, riposo, nelle attività ludiche il suo contrario: il tempo libero, distinto, differente";
E dal documento, è urgente "ridiscutere le forme e le modalità del lavoro: ritmi; orari; uso delle tecnologie; e tutto ciò che lo rende inconciliabile con altre importanti esigenze
della vita"
Di quale via d'uscita alla crisi in Brianza abbiamo bisogno e come porla strettamente collegata
all'esigenza di promuovere lavoro dignitoso?
CGIL CIL UIL della Brianza hanno idee e proposte illustrate dal documento...nel quale. Si cita
testualmente, si afferma che: "CGIL CISL UIL muovono dalla consapevolezza che una ripresa stabile e duratura si fondi sul rispetto dei diritti e sulla piena valorizzazione del lavoro".
L’ introduzione di Villa ritiene che il sindacato continua a percorrere una via incompleta e manchi di una forte richiamo ai limiti delle risorse, anche per la Brianza.
Diritti umani e limiti nell'uso delle risorse rappresentano il guard-rail di qualsiasi soluzione alla crisi economica-produttiva.
Dunque lavoro dignitoso e sostenibilità ambientale indicano un percorso diverso dall'idea di una crescita illimitata della produzione di beni. Piuttosto ri-propongono un modello di austerità a garanzia della sua sostenibilità sociale, sostenibilità ambientale, orientata al necessario, che risponde alla domanda "Quanto ancora?" pensando alle future generazioni.
I lavori del convegno ha visto poi gli interventi di Sandro Antoniazzi sul tema del lavoro che cambia e del sindacato e della militanza che dovrebbe cambiare e quello di Francesco Gesualdi: sulla necessita di un sistema di valori e di proposte che sappia comprendere welfare e mercato – diritti e innovazione dei servizi.
Il compito (arduo) ma coraggioso, di riprendere i temi e le domande poste dall’introduzione riguardo al sindacato è stato svolto da Rita Pavan (Cisl) e Maurizio Laini (Cgil).
Interventi nei quali si è colto tutto l’interesse e la sensibilità nel volere riflettere e in parte farsi carico delle indicazioni proposte, così come non sono mancate da parte loro criticità sulle contraddizioni e sulle velleità che il modello economico proposto porterebbe dentro il sindacato ma soprattutto riguardo al mondo del lavoro, in particolare nel suo primo compito di difesa dell’occupazione anche nella nostra Brianza, così già duramente messa a prova dalla crisi.
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