di Maria Grazia Artesani ed Anna Zunin
L’aria era gelida stamattina al risveglio ed i colori rimandavano all’inizio del cambio di stagione. Milano Arco della Pace primo pomeriggio l’aria si e’ fatta piu’ calda e l’atmosfera e’ tersa e pulita. Siamo qui, un gruppo di donne di Monza, con il nostro pezzetto di stoffa su cui ognuna ha scritto la propria parola per ‘’ricucire l’Italia’’ seguendo il consiglio di Gustavo Zagrebelsky presidente emerito della corte costituzionale.
Sì, una grande folla alla manifestazione “Ricucire l’Italia” organizzata da Libertà e Giustizia. Al centro della manifestazione, la legge-bavaglio e il lavoro che uccide. Un pomeriggio di sole e vento, tante personalità sul palco e tantissimi in piedi per quattro ore ad ascoltare, riflettere e sperare di essere veramente vicini ad una svolta storica.
Intensa ed appassionata la partecipazione delle migliaia di persone presenti.
Una piazza che mostra di voler contrastare l’antipolitica con la buona politica segnalando che le risorse esterne ai partiti sono una ricchezza.
Una piazza prepolitica , come introduce lo stesso Zagrebelsky, ‘’perche’ da questa piazza parte una domanda ai nostri politici di riferimenti, quali essi siano, affinche’ recuperino la loro vera funzione politica’’. Alta la qualita’ degli interventi che seguono il saluto di benvenuto di Giuliano Pisapia, sindaco della citta’ di Milano da dove e’ partito il rinnovamento del Paese e che accoglie la manifestazione come un segnale di speranza. Pisapia esorta i partiti ad ascoltare chi vuole partecipare perche’ ‘’da soli non si vince ne’ si governa’’.
Sul palco prendono la parola artisti, giornalisti,intellettuali, esponenti della societa’ civile.
Don Ciotti che non puo’ essere presente saluta con una lettera ed indica nella Costituzione il filo per ricucire l’Italia. Roberto Saviano interviene con un video messaggio e vorrebbe consegnare il suo pezzetto di stoffa su cui scriverebbe ‘’diritto alla felicita’’
Il premio Nobel Dario Fo con l’abituale maestria improvvisa uno spettacolo esilarante ‘’il sogno della caduta di Berlusconi’’ ; ‘’ Che bel sogno -dice Fo- perche’ non rimanga solo un sogno, tocca a noi darci da fare’’. Le parole di saluto mandate da don Ciotti “Il filo per ricucire l’Italia è la Costituzione; bisogna dimostrare di che stoffa è fatto questo paese”. In un video registrato, Saviano ha rivendicato il “diritto alla felicità” che “non può che avvenire in una società di diritto”. Poi ha parlato del crollo di Barletta e della morte delle operaie senza contratto. “Il lavoro nero sta proteggendo l’Italia dalla crisi spesso i padroni sono ex lavoratori in nero a loro volta che vivono in queste condizioni. Trovarsi insieme è un modo di non perdere la speranza, di resistere all’idea che il talento non serva nulla”. Molto efficaci i brevi discorsi di Paul Ginsburg e Carlo Smuraglia: del primo non poteva non colpire l’analisi sull’importanza di un processo che nasca dal basso, e di una” rivoluzione mite” che porti ad un grande. Il secondo, invece, si è appellato al senso di responsabilità dei partiti di opposizione, perché si crei un collegamento tra la protesta degli indignati ed il loro lavoro politico, insistendo sulla necessità di ricostruire un patrimonio morale di dignità e fierezza e sulla forza dell’utopia. Roberta De Monticelli ha fatto una serie di citazioni, da Mazzini a Gobetti a Calamandrei. L’ultima era di Einstein “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li a guardare”. Si sono poi alternati molti giornalisti, che hanno dichiarato la loro scelta di disobbedienza civile alla “legge bavaglio”. Marco Travaglio non ha risparmiato invettive anche ai partiti dell’opposizione, a suo avviso rei di aver contribuito, negli anni ’90, ad inserire il primo bavaglio all’informazione libera. Comune denominatore il bisogno di ridare dignità al paese, realizzando la Costituzione, combattendo le diseguaglianze. Viene ricordato anche il successo del referendum sulla legge elettorale e qui spiace non vedere sul palco alcun esponente del PD (c’e’ Donadi dell’Idv) nonostante il successo dell’iniziativa molto si deve ai tanti banchetti di raccolta firme organizzati dai militanti del PD. Per fortuna ne rendera’ merito la bella figura di Zingaretti in serata nella tramissione ‘’ In Onda’’ di LA7. Si alza il vento, il vento che libera il pensiero, il vento che ha cambiato Milano….e sul palco c’e’ anche Paolo Limonta! Tanti interventi, tanti gli stimoli e le domande che ci siamo portate a casa; primo fra tutti, ancora una volta, la forza di queste mobilitazioni e la percezione della distanza dei partiti da alcune istanze. La diffidenza reciproca è tangibile, ma crediamo che il primo passo debba essere dei partiti, che devono tornare ad interpretare queste istanze, a capirle e a dare le risposte giuste.
Ci avviamo verso le nostre case. All’ imbrunire l’aria torna ad essere piu’ fredda……..e’ arrivato il momento di ‘’cambiare la coperta.!!”.
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