Sul tavolo c'è una recente analisi dell'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, sullo stato del fiume. E' una analisi desolante perché segnala che anche dopo l'evento Lombarda Petroli si sono verificati altri gravi episodi (l'Arpa ne registra sette) di inquinamento, a base, di volta in volta, di acque reflue, di detersivi industriali e ancora di idrocarburi. Insomma, il Lambro non fa in tempo a "risollevarsi" che gli arriva un'altra mazzata.
E' desolante anche perché il fiume risulta poco protetto: solo il 60% degli scarichi passa attraverso depuratori, quelli rimanenti vanno direttamente nel fiume. Non solo, metà dei depuratori, compreso quello di Monza, non sono conformi ai requisiti stabiliti dall'Arpa.
Tutto questo si colloca in un contesto particolare: il Lambro deve sopportare, in rapporto alla sua portata, generalmente abbastanza modesta, una quantità di scarichi, civili ed industriali, dieci volte più grande rispetto agli altri fiumi lombardi.
In definitiva, la qualità dell'acqua del fiume, secondo Legambiente, è sufficiente dalla sorgente fino a Monza, pessima da Monza a Melegnano, scadente da Melegnano al Po.
Come uscirne, anche tenuto conto che una direttiva UE sulle acque impone il risanamento dei fiumi entro il 2015 (!)? Sempre secondo Legambiente, bisogna ristrutturate tutto il sistema di collettori e fognature (ormai datati 150 anni!) così come il sistema dei depuratori. Ci vorrà una montagna di soldi ma bisognerà trovarli se non vogliamo che il Lambro diventi una fogna a cielo aperto. Poi un'unica funzione pubblica dovrebbe avere responsabilità (e potere) su tutto il corso del fiume, riassumendo responsabilità e poteri dispersi tra province e comuni.
L'unico aspetto positivo che potrebbe avere la vicenda e il dibattito che ha suscitato è una maggiore sensibilizzazione sui temi ambientali, specie da parte dei bambini. Nelle scuole di Monza, Cologno Monzese e Sovico l'Associazione Green Man ha tenuto degli interventi sul disastro ambientale, raccogliendo anche le impressioni dei bambini. Dalle loro dichiarazioni si avverte la consapevolezza che il disastro ha costituito una minaccia nei confronti della natura, ma anche nei confronti dell'uomo e della sua salute.
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