Il teatro Manzoni si è riempito poco a poco, con calma, senza la ressa e gli eccessi dei primi anni di Abitatori del tempo per un appuntamento divenuto una consuetudine con Emanuele Severino.
Ci sono stati i saluti dell'Assessore Elli della provincia di MB e dell'Assessore Di Lio, che ha annunciato la costituzione di un comitato in memoria di Rosanna Lissoni, allieva prediletta di Severino, ec Assessore e vicesindaco del Pd di Villasanta, immaturamente scomparsa, e in nome della quale si intendono conferire una o più borse di studio per giovani filosofe o studentesse di filosofia
(per chi fosse interessato consultare www.comitatoperrosannalissoni.org )
Anche Severino ha ricordato commosso Rosanna, poi ha cominciato la sua riflessione su VERITA' E TECNICA.
Verità e tecnica abitano il tempo. Il filosofo ha parlato dello stupore che ci ha colto per quanto sta succedendo sulla costa dell'Africa, avvenimenti che ci spiazzano rispetto a categorie che ci siamo costruiti a proposito dell'Islam. In realtà le masse arabe non sono masse islamiche, e quanto accade denuncia il tramonto politico di sistemi che ritenevamo immutabili.
E' il tramonto della tradizione dell'Occidente. Ha poi esplorato il significato di verità. Secondo Aristotele, verità è ciò che non può essere altrimenti. La verità è un modo per fuggire dalla morte e dal dolore. Tecnica, democrazia, capitalismo, cristianesimo, cercano di ottenere lo stesso scopo, ma ciascuna di queste elaborazioni tende a sovrastare le altre. La tecnica, che secondo Platone è molto più debole della verità, vuole risolvere il problema del dolore e della morte, ma prende il sopravvento e ci rende dipendenti da essa.
I popoli devono cercare nuove strade, è la conclusione molto provvisoria di un ragionamento di grande profondità che non offre certezze o consolazioni ma invita a proseguire il cammino.
Ascoltare Severino è come vedere un alpinista scalare gli 8000 del pensiero, non si può andargli dietro, ma è molto stimolante e affascinante seguirne le evoluzioni.
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