Monza ultimamente sta collezionando ben tristi primati. Prima città della Lombardia per inquinamento atmosferico e adesso con la sua provincia settima in Italia nella graduatoria delle città che pagano più tasse.
Gli artigiani della CGIA di Mestre attraverso il loro Ufficio studi sono abituati a fare le pulci a qualunque aspetto economico-contabile del nostro Paese. Le loro elaborazioni sono sempre attese con rispetto (per la sperimentata affidabilità) e timore (perché quasi sempre scoprono altarini che qualcuno vorrebbe nascondere) e sono pubblicate sempre con il dovuto risalto.
Stavolta hanno preso di mira le tasse locali, cioè quelle che i cittadini e aziende versano a Comune, Provincia e Regione di residenza e stilato una classifica della pressione tributaria nei capoluoghi di provincia italiani. Veniamo così a scoprire che nel 2010 Monza ha conquistato un onorevole (?!) settimo posto, su 111 province, risultato di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Risulta che il prelievo fiscale locale per ogni cittadino monzese è mediamente di 1.734 Euro, ben al di sopra della media italiana di 1.233. Sono “meglio” di Monza in questa classifica solo i comuni capoluogo di provincia del Lazio, le cui alte tasse servono a ripianare il deficit sanitario, mentre i comuni capoluoghi lombardi sono più o meno appaiati. In dettaglio i 1.734 Euro sono ottenuti da:
491 Euro di tasse comunali (meno di Sondrio e Lecco e più di Milano e Bergamo),
81 Euro di tasse provinciali (seconda solo a Milano in Lombardia),
1.162 Euro di tasse regionali (come per tutte le città lombarde). Qui, ad onor del vero, incide molto l’Irap, la tassa pagata dalle aziende, e il loro numero in Lombardia fa lievitare l’ammontare del prelievo.
Insomma, è un bel tassare, anche dopo la mitica abolizione dell’ICI.
A rigore, a tassazione più alta dovrebbero corrispondere servizi più numerosi e di migliore qualità.
Aspettiamo quindi da un prossimo studio della CGIA una classifica sui servizi offerti, confidando che Monza mantenga la stessa posizione.
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