Piove sul bagnato, o meglio, la virtù non paga. E' questa la morale che i sindaci dei comuni brianzoli dovrebbero trarre dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale dal governo (Tremonti dixit) sui tagli che subiranno i trasferimenti dello Stato ai Comuni nel 2011.
In sostanza l'ammontare di questi tagli, rigorosamente rapportati alle dimensioni (numero di abitanti) dei Comuni è tale da mettere a repentaglio la loro stessa sopravvivenza o, nella migliore delle ipotesi, da ridimensionare pesantemente i servizi essenziali che il Comune eroga ai suoi cittadini (dal sostegno ai disabili ai fondi per la scuola, dai contributi ai cassintegrati o alle famiglie indigenti ai lavori stradali).
Si capisce pertanto la vibrata protesta, rigorosamente bipartisan, dei primi cittadini, i quali si sentono presi in giro: non possono spendere i soldi che hanno in cassa, grazie ad un'oculata gestione del bilancio, per effetto della legge di stabilità (sempre Tremonti), e ricevono meno (molti meno) soldi dallo Stato, che dovrebbe tra l'altro compensare il mancato gettito dell'ICI. Certo, ad essere per lo meno in imbarazzo dovrebbero essere i sindaci di centrodestra, colpiti dal fuoco amico (immagino quante arrampicate sugli specchi sotto le contestazioni delle loro opposizioni).
Per fare degli esempi, Monza perde più di 3,5 milioni di euro, Seregno, Desio, Cesano e Lissone tra 0,9 e 1 milione, e così via fino a Cavenago, che perde "solo" 132.000 euro; con un occhio ai bilanci comunali diventa evidente quanto questi tagli siano devastanti.
A quando una nuova forte protesta dei Sindaci brianzoli come quella di aprile di quest'anno quando si recarono in prefettura a Milano a protestare per i tagli, allora solo annunciati?
E magari qualcuno potrebbe finalmente, ed onestamente dire "Ragazzi, non ce lo possiamo più permettere", invece di andare in giro a raccontare balle da venditore (con tutto il rispetto per i venditori...).
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