La raccolta firme per la Villa Reale prosegue ancora, nel centro di Monza, come l'acqua di un fiume in piena che supera ostacoli, ponti e dislivelli.
Un cammino lungo, ricco di sguardi, di penne e di parole per dire che Monza, la Provincia e tutta l'Italia si oppongono ad una Villa stravolta in albergo, in un centro-commerciale: un pugno in un occhio - e un altro nello stomaco - per chiunque abbia un livello di sensibilità appena superiore a quello di un invertebrato!
Incredulità.
La si leggeva chiaramente negli occhi azzurri del Signor Luigi, esterrefatto all'idea che la Villa potesse essere affittata ai privati per soli 30.000 euro all'anno! Tutta la Villa con i giardini: un'inezia. Pochi migliaia di euro, quasi per "disfarsi" di un gioiello che evidentemente non si ama....Come una società sportiva che vuole "sbarazzarsi" di un giocatore che non "rientra più nei piani dell'allenatore" di turno e lo destina verso altri lidi, piazzandolo sul mercato ad una cifra irrisoria.
"Ma no, quel prezzo sarà solo per avere qualche stanza... forse qualche pezzo di giardino.. non può essere per tutta la Villa!" balbettava sbigottito il sig. Luigi con un tono tra il drammatico e il faceto, per commentare e chiedere spiegazioni aggiuntive ad una decisione che, nei suoi sessant'anni di vita, non aveva mai sentito e che suonava tanto di scherzo.
Speranza
La si scorgeva sul sorriso del giovane Alessio, con lo zaino sulle spalle e l'apparecchio ai denti. Preparatissimo il ragazzo, all'uscita di scuola aveva deciso di dedicare minuti preziosi del suo pomeriggio, rimandando lo svolgimento dei compiti, per dedicarsi ad "una causa nobile: contribuire, con la propria firma, a difendere la Villa Reale". Con aria da intellettuale in erba snocciolava dati che prima aveva mandato a memoria e successivamente, con pazienza, aveva elaborato facendoli suoi. Sul suo viso da quindicenne, che faceva tenerezza al primo sguardo, campeggiava un velo di speranza, che fortunatamente prevaleva sull'amarezza di chi si ritrova a vivere gli anni migliori della propria esistenza in un'Italia spesso illogica ed incomprensibile.
Rabbia.
La si vedeva nelle mani della Signora Laura, le cui dita si torcevano fino ad arrossare le nocche irrigidite dal freddo e rese contemporaneamente roventi da uno sconcerto e da un'incredulità bruciante. Il Sindaco Mariani, il suo brao fiö che lei aveva ri-votato anche nel 2007, a cui si sentiva molto affezionata, era stato capace di un gesto tanto ignobile, così codardo. Lei che in passato aveva accettato tutto, troppo timidamente, per non venire emarginata da "un' aristocrazia di sentimento" poco logica e molto accondiscendente....lei che capiva di vivere un risveglio, non già tardivo, da un letargo che durava anni e che l'aveva condotta all'apatia... anche lei firmava per la Villa e per se stessa.
Sabato 4 dicembre faceva freddo, l'inverno iniziava a farsi sentire ed il termometro scendeva anche nelle ore pomeridiane, quando la tenue luce del sole e le tenebre livide del crepuscolo iniziavano a contendersi la piazza.
Nelle prossimità del Natale il centro cominciava ad affollarsi e a brulicare di mani e piedi indaffarati e per il gazebo del PD si preparava un altro pomeriggio monzese, in mezzo ad una folla distante, tra individui indistinti.... che divenivano pian piano persone.
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