Logica vorrebbe che gli immobiliaristi monzesi (quelli che si occupano di compravendita di immobili, non chi li costruisce) facciano il tifo per una rapida approvazione della variante del PGT, in discussione di questi tempi nell'appropriata commissione comunale e in previsto approdo tra poco (?) nell'aula del Consiglio. I 9000 appartamenti previsti con le nuove concessioni di edificabilità, infatti, oggetto di compravendita, darebbero fior di commissioni alla varie agenzie immobiliari cittadine.
E invece no, a loro non piace perché, come sintetizza Mauro Danielli, presidente della loro federazione, "rischia di saturare il mercato immobiliare". E' un'affermazione di buon senso, già sentita negli incontri o manifestazioni di gruppi politici o ambientalisti che si battono contro la variante, ma, detta da Danielli ha sicuramente un altro peso. Eppure, basta mettere in fila qualche numero perché anche un bambino capisca che con la variante ci perdono tutti.
Uno, a Monza ci sono, censiti, 1500 appartamenti vuoti. Con la variante se ne aggiungono 9000. Due, dice Danielli che a Monza si vendono circa 400 nuove case all'anno (il resto del mercato immobiliare è fatto di compravendite di case usate). Ergo, ci vogliono almeno 25 anni per smaltire le case di nuova costruzione previste. E nel frattempo? Secondo la legge della domanda e dell'offerta, ad una abbondanza di offerta corrisponde una riduzione dl prezzo, che potrà eventualmente avvantaggiare chi acquista. Guai a chi si troverà nella necessità di vendere il suo appartamento!
Sempre che si trovino acquirenti! Dice Danielli che negli anni passati Monza era appetibile per nuovi insediamenti, per effetto della sua caratteristica di città vivibile, con tanto verde. Anche se recentemente questa tendenza si era ridimensionata a favore del resto della Brianza (più verde, minor inquinamento, migliori collegamenti con Milano etc). Ora, è vero che ci sarebbe una maggiore offerta, ma in un contesto cambiato radicalmente in peggio riguardo a servizi, verde pubblico e mobilità. Si rischia cioè un grande flop, o, come dice Danielli "con questa variante si rischia di mandare in porto una pessima operazione economica, che causerebbe a catena un impoverimento complessivo e sarebbe una perdita per tutti, per gli immobiliaristi e per la città".
Dainelli dice ancora che i nostri amministratori, "prima di concedere l'edificabilità tout court, dovrebbero offrire progetti credibili che attirino investitori e capitale. Perché Monza non deve diventare una città dormitorio ma una città direzionale di servizi. Non deve cioè considerare solo il residenziale ma anche il produttivo, il commerciale ed i servizi, con le conseguenti comodità dei trasporti, dei collegamenti, dei parcheggi e della vivibilità urbana".
Immobiliaristi contro il nuovo PGT
- Scritto da PD Monza
- Categoria: Attualità
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