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bandiere-pdTantissime persone, , moltissimi giovani: quello che rimarrà stampato nei cuori di chi c'era e di chi ha visto questa grande prova di un PD organizzato e compatto, ritrovatosi nella Capitale per raggiungere con slancio rinnovato tutta la penisola e renderla ancora più unita.
L'entusiasmo lo si leggeva negli occhi, un po' intorpiditi dal sonno, ma speranzosi, dei presenti, già dalle 9.30 di una fresca mattina di Roma, quando una copia di Europa e una dell'Unità venivano distribuite per smaltire le tante ore trascorse in pullman lungo lo stivale italiano, percorso da infinite direzioni e tutte convergenti alla capitale. I segretari di Circolo si assiepavano davanti all'entrata dell'Auditorium della Conciliazione come tanti scolaretti entusiasti il primo giorno di scuola, assaporando l'incontro con il Segretario Nazionale.
Poco dopo ogni singolarità si era fatta gruppo all'interno di una platea, ricca e partecipativa, che salutava un palco ricettivo e propositivo, mentre una ideale spinta emotiva irradiava tutta la sala. Molti segretari di Circolo si avvicendavano su quel palco, scevri da sterili personalismi, ma desiderosi di portare, con umiltà e molte esperienze diverse, un pizzico di politica e di umanità. Due aspetti che si ritrovano così, coesi ed inseparabili. nel più grande partito democratico che l'Italia Repubblicana abbia mai avuto.
Un attimo intenso lungo il tempo di una giornata; un giorno per l'incontro, per riflettere insieme, per fermarsi qualche secondo e poi ripartire. Sei ore così vissute da tendere all'infinito, un infinito che si faceva volto ed insieme parola.
Tanti applausi dalla sala accompagnavano altrettante fresche "cartoline" dall'Italia democratica. Interventi che disegnavano un Abruzzo provato da terremoti ambientali e politici; una Milano desiderosa di un riscatto dopo anni di nebbie padane. Una Calabria commissariata e in ricostruzione, una Toscana briosa ed ottimista, una Bologna dalle radici certe e progressiste. Ed inoltre interventi capaci di sottolineare le criticità di un partito giovane ed ancora in evoluzione, ma sempre con un tocco rispettoso e "costruttivo".
Non militanti severi, ma democratici entusiasti, di tutte le età e di diverse provenienze: giovani alle prime armi accanto ad amici e compagni più maturi, capaci di dimostrare che i sogni e i desideri non invecchiano con l'età. Tantissimi gli applausi. I fischi, diversi ed intonati, erano indirizzati solo all'operato di un Governo guidato da un Leviatano empio, con un ego smisurato, che ancora opacizza il futuro dell'Italia. Il popolo democratico, rappresentato nella sala, invece si sentiva sorretto e guidato da un Segretario capace di ascoltare e di parlare senza rendere vuote le proprie parole, per un Partito sempre più radicato nel territorio.
Alle 16.30, come all'uscita dalla scuola, sul confine della sera, Roma, adagiata sui sette colli, salutava tutti i duemila e più coordinatori di Circolo, mentre un sole aranciato faceva capolino dietro la maestosità del "Cupolone".

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