“Eh, che maniere! Qui tutti ce l’hanno con me perché io sono piccolo e nero. È un’ingiustizia, però!”
Ma chi è questo “Calimero” che scrive sul sito del nostro partito? Forse una persona che si nasconde dietro l’anonimato senza avere il coraggio di firmarsi con nome e cognome? Forse un infiltrato del centrodestra? Forse uno dei soliti rompiballe a cui piace seminare zizzania? E come si permette di realizzare articoli critici e spesso “fuori linea”?
Insomma, nel PD ci mancava pure Calimero!
Sì, lo ammetto, già dalla prima volta mi sarei dovuto presentare, e me ne scuso con i lettori del sito.
Mi presento.
Per i più giovani, Calimero era un personaggio di cartone animato che faceva la pubblicità del detersivo “Ava come lava”. È un pulcino nero, ma solo per via della fuliggine che lo smog gli scaricò addosso. Indossa come cappello metà di un uovo, perché è appena nato. Porta con sé un bastone rosso (notare, rosso!) e un fagotto in spalla. Calimero rappresenta una metafora degli emarginati, la vita di un pulcino derelitto, travagliato e vagabondo.
Nell’universo di Calimero, il lieto fine delle avventure non è scontato, anzi. Onestà e buona fede non vengono quasi mai premiate.
La frase che lo ha reso universalmente famoso è:
Eh, che maniere! Qui tutti ce l’hanno con me perché io sono piccolo e nero, È un’ingiustizia, però!
“È un’ingiustizia, però!” è una frase che mi capita di dire quando vedo qualcosa di sbagliato e subito cerco di trovare il modo di cambiarlo. È vero che sono piccolo, come i miei amici, ma con determinazione e fantasia anche noi piccoli possiamo fare qualcosa perché il mondo sia migliore!
Perché uno pseudonimo?
Innanzitutto, facciamo chiarezza sulla differenza tra anonimato e pseudonimo. Nel campo della letteratura e del giornalismo l’uso dello pseudonimo è stato ed è ampiamente diffuso: da George Orwell a Elena Ferrante, da Ghino di Tacco a Fortebraccio.
Certo, il confronto è impietoso, ma rivendico il diritto agli pseudonimi capaci di rivolgersi e scrivere non ai soliti noti, bensì a un pubblico incuriosito più ampio.
E che ci azzecca con il PD e il suo sito?
In un partito plurale e democratico come il nostro ci deve essere spazio anche per Calimero, che fa parte della corrente “pulcini democratici”. Una corrente molto piccola, sempre in minoranza, ma che, anche se “piccoli e neri”, rivendicano il diritto d’espressione. E dove rivendicarlo, se non in una forza politica che si definisce democratica?
Per questo Calimero ringrazia sentitamente il coraggio della redazione per l’ospitalità (a volte scomoda) data, non a caso, nella sezione Opinioni. Con una rubrica chiamata, anche qui non a caso, ContrAltare, un contrappasso al pensiero unico.
Ce n’era proprio bisogno?
Ognuno potrà dare risposte diverse, ma credo che i contributi (comunque, tranquilli, “calimestramente” destinati a essere perdenti) abbiano lo scopo di stimolare riflessioni, sguardi diversi, contenuti di criticità ma anche di propositività. Spaziando dalla vita locale alla nostra di cittadini, così come a quella del partito.
Dunque, perché no? Forse nel nostro – dico nostro – partito non c’è bisogno di un po’ di dibattito e riflessione in più?
Calimero crede di sì, e quindi rassegnatevi: periodicamente mi troverete su questo sito, finché potrà servire a questi scopi. Questo, però, dipenderà anche da voi e dal vostro supporto, anche critico, al povero Calimero, piccolo e nero (di questi tempi ci si deve adattare ai colori che vanno per la maggiore), ma sempre con un bastone rosso e un fagottino per il PD.
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