Costituzione della Repubblica italiana, Art. 12: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.”.
Questo è l’articolo dei Principi Fondamentali che i padri costituenti hanno “dedicato” alla bandiera: poche parole che racchiudo tanti ed enormi significati: dall’interpretazione dei colori alla rappresentazione della cultura italiana, passando per una civiltà millenaria che è a sua volta bandiera di progresso scientifico ed umanistico; da Roma in poi, la nostra penisola ha attraversato i secoli bui del medioevo, rinascendo, conquistata e soggiogata è risorta e si è compiuta Nazione con il sommo sacrificio di migliaia di ragazzi che, provenienti da ogni angolo dello stivale, sono andati a combattere in un luogo che non conoscevano per una terra di cui nulla sapevano: gli Italiani.
Costituzione della Repubblica italiana, Art. 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”.
L’articolo 11, se letto dopo il 12, può lasciar spazio ad interpretazioni paradossali ma l’accosto tra i due articoli non è un paradosso interpretativo: sua Signora in abito di seta bianca (Italia di nome) ricorda che le guerre hanno fatto sfacelo di umanità e cultura, distrutto in poco tempo ciò che in secoli fu creato ma che, dalla stessa terra martoriata, può rinascere la pace, la cooperazione, la fratellanza in quanto esseri umani a prescindere da tutto e l’accoglienza del “diverso”: Benedetto da Norcia, un monaco vissuto tra la fine del 400 a.C. e la prima metà del 500 d.C., ebbe un’idea che ridiede luce ad un continente intero: diede vita a quella che oggi conosciamo come “regola benedettina”: ora et labora. I monaci benedettini viaggiarono in tutta Europa per raccogliere, catalogare, scrivere e copiare (a mano) tutto: dalle arti alla scienza, dall’agricoltura alla giurisprudenza, nell’epoca più buia dell’umanità: se non ci fosse stato lui oggi non ci sarebbe niente. Un italiano diede vita al rinascimento europeo dopo anni di guerre e distruzioni. Oggi è Il Santo Patrono dell’Unione Europea.
Invasioni e dominazioni hanno alimentato il rinnovamento a 360°; ed è qui che il paradosso che alcuni odierni movimenti politici ostentano attraverso il tricolore, cade: quanta arte propone influenze culturali provenienti da altri luoghi e continenti? Quanti elementi culturali abbiamo oggi come risultanza del mix di culture? Un piatto tipico di montagna realizzato con il grano saraceno non ne è forse una tra le più cosmopolite testimonianze?
Il piatto è servito: quanto è grande la nostra bandiera?
Osservo stupefatto e sconcertato quanto accaduto a Bologna pochi giorni fa: un movimento politico (se così si può chiamare) che fa della violenza e del rifiuto il suo vessillo, esibisce la bandiera italiana in corteo, avente a completamento slogan e gesti che ripudiano la cultura italiana, di cui il tricolore ne è bandiera: mi rivolgo a voi che la sventolate, ragazze e ragazzi, giovani, italiani: non fate uso di ciò che il mondo invidia per gridare divisione, disprezzo e rimarcare differenze che non esistono: siamo esseri umani, tutti, a prescindere da tutto; quella bandiera racchiude espressione di inclusività, esplicitata dal comma 2, Articolo 3, Cost.: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”.
L’Italia è inclusione, è cultura, è lavoro, è diritti e doveri, è rispetto ed accoglienza; è ascolto ed apertura, è comprensione delle diversità di cui ne fa uno slancio di crescita e progresso. Gli italiani rimuovono gli ostacoli di ogni ordine volti a limitare l’inclusione sociale, non sono violenti e belligeranti, rispettano l’altrui esistenza e ne traggono cooperazione e sviluppo. Siamo una civiltà millenaria che da sempre rappresenta il faro del progresso culturale dell’intera umanità, ascoltandola e traendo il miglio che le altre civiltà possano offrire.
Eppure, la nostra bandiera sventola alta agitata anche dalle mani di chi, per origine ideologica, ha insozzato tutto ciò con l’odio e la violenza, perché lei è molto più grande di voi.
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