Dal latino “Cum-Panis”, ovvero coloro che condividono il pane.
Ho sentito questa frase il giorno dell’elezioni dei nostri nuovi segretari, da Valerio Imperatori; si stava concertando quella che è la sua vision e di ciò che il PD di Monza deve ritornare ad essere: la condivisione di un viaggio, un percorso che, come il pane, è di fondamentale importanza per la comunità, che anch’essa condivide un viaggio, un luogo, un mondo.
La politica è, innanzitutto, fatta di persone che si riconoscono negli ideali di un partito piuttosto che in quelli di un altro ed il Partito Democratico deve tornare ad essere una comunità di compagni che condividono il più grande gesto di altruismo esistente: la politica. Allo stesso modo di come si condivide il pane.
L’allusione non è casuale: Gesù era Comunista? Certamente Sì!
Ha spezzato il pane con i suoi discepoli ma prima di fare ciò ha condiviso con loro un viaggio volto a riformare l’ordine politico-sociale e spirituale della comunità, nel senso ampio del termine.
All’indomani di Domenica 1° Ottobre 2023, forse per mia indole, ho ripreso il pensiero e sono rimasto di un felice stupore di fronte all’ironia della vita e da come la politica possa essere distorta dall’utilizzo di termini in modo dispregiativo in modo tale da riferire essi stessi a forme di governo antidemocratiche e, proprio ad uno dei tratti caratteristici dei totalitarismi: l’identificazione di un nemico esterno; l’esclusione attraverso l’inclusione.
L’altro aspetto che mi ha colpito è stato come proprio l’ateismo di stampo comunista e l’osservanza del cattolicesimo di stampo centrista trovano l’unione proprio nel termine “compagni”: coloro che condividono un viaggio; quindi, cos’è il Partito Democratico?
È un gruppo di compagni che condividono quello che, per mia persona, definisco come il più bel viaggio che si possa fare: stare tra la gente, perdersi tra ognuno di loro, prendere qualcosa della loro vita e dare qualcosa della propria; un viaggio che ti cambia allo stesso modo di come la sfera politica predispone, secondo una vision lungimirante, l’ambiente sociale nel quale ogni individuo potrà esprimere la propria personalità liberamente, condividendo con chiunque voglia il viaggio della vita.
Il primo passo, che credo abbia trovato condivisione sia in Antonio Zaccagnino che in Villy De Luca, come in chi ha ascoltato il “cum-panis docet” di Valerio Imperatori, è identificarsi come Partito Democratico, punto e basta. Non più come l’unione tra correnti ma come un unico movimento che fa della Democrazia il mantra, del confronto il suo pilastro e dell’inclusione il suo propulsore: il progresso riformatore è il vettore che traccia la direzione di una strada da costruire, di un sentiero da percorrere dove le differenze di ognuno di noi rappresenteranno un fattore di crescita per tutti ed anche dove gli spigoli caratteriali non verranno limati ma verranno tramutati in energia di slancio per il moto perpetuo che dovremo mantenere nella nostra azione, in forza per reggere l’urto delle sconfitte ed in grinta per risalire la china dopo una delusione; infine, per il grande senso di humor della vita, ci accorgeremo che produrrà armonia, pace, serenità all’interno della sfera sociale nella quale ci esprimeremo politicamente, secondo quello che è il vero alto pensiero umano che definisce la politica: organizzare la vita assieme secondo principi di pace e serenità.
In conclusione, non dovremo mai dimenticarci che prima di essere ingranaggi del meccanismo ordinatore della società, siamo noi stessi immersi nella società, come esseri umani, a prescindere da tutto.
Avanti COMPAGNI!
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